POLITICA
Abbate: ‘Le mie battaglie per la sanità sono note, ma l’amministrazione Mastella dov’era? Ai ventriloqui di turno consiglio di studiare’

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“Questa volta mi vedo costretto a rispondere ai ventriloqui di turno. La mia battaglia per la sanità è nota. Dov’era l’amministrazione quando il sottoscritto affiggeva vele per denunciare la cattiva gestione del San Pio, che chiudeva reparti e visite specialistiche, e segnalare il fenomeno del boarding, cioè i tempi di attesa infiniti al pronto soccorso?”. Inizia con questa domanda la replica del consigliere regionale del Pd, Gino Abbate, che risponde alle dichiarazioni del vice sindaco di Benevento, Francesco De Pierro.
“E dov’è l’amministrazione quando si favorisce la sanità privata a discapito di quella pubblica? Durante il Covid, la politica si è asserragliata nelle proprie case, mentre il sottoscritto – insieme all’intero Ordine dei Medici – si è impegnato ad assistere i cittadini, lasciati soli contro un nemico invisibile. Sono morti 190 medici di famiglia, e dalla politica non è arrivata né una parola né un gesto di sostegno.
La mia battaglia per la sanità pubblica – continua Abbate – è nota anche in Regione Campania, attraverso interventi concreti a difesa dell’articolo 32 della Costituzione. La mia legge sul fine vita, quella per la creazione di una residenza per i soggetti con disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia), quella sulla fibromialgia, il sostegno alle farmacie rurali, le iniziative per i borghi e le aree interne, il contributo alla riapertura dei pronto soccorso e dei punti nascita nelle zone disagiate: tutto questo fa parte del mio percorso in Regione Campania.
Dov’era l’amministrazione quando denunciavamo le aggressioni ai medici e la mortificazione del personale sanitario? Dov’era l’amministrazione quando bisognava sostenere i cittadini costretti a rinunciare alle cure per problemi economici?
L’amministrazione Viespoli, invece, lo fece. Oggi assistiamo al cinismo degli incompetenti, che si glorificano con i tagli di nastri e i giri sulle giostrine.
La mia non vuole essere una lezione, perché sarebbe inutile, considerato il livello degli interlocutori. Ho sempre pensato che esistono due modi di fare politica: c’è chi serve la politica e chi si serve della politica.
La mia non disponibilità a una ricandidatura – che pure mi è stata offerta – deriva dalla consapevolezza che si può fare molto di più per il territorio anche senza incarichi istituzionali.
In una società che cancella i diritti costituzionali, dove regna un ambiente entropico (per chi non lo sapesse: significa disordine, inerzia), è necessario ritrovare empatia con i cittadini.
Ai ventriloqui di turno – conclude Abbate – consiglio di studiare, di fare gli interessi della comunità che li ha eletti e – soprattutto – di curarsi dal “grillismo”. Non mi riferisco al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ma all’atteggiamento del noto Marchese del Grillo, che credeva che tutto dovesse ruotare attorno al proprio ego. Ci sarà tempo per raccontare i disastri causati da questa amministrazione: non basteranno cene-spettacolo né ridicole inaugurazioni per nasconderli”.