ECONOMIA
Venti apicoltrici ambasciatrici delle Regioni d’Italia premiate per APInRosa: c’è anche una sannita

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Ci sono apicoltrici di lungo corso, ma anche giovani donne che si stanno affacciando per la prima volta all’allevamento delle api, con curiosità e passione. Alcune sono “figlie d’arte”, altre hanno visto nell’apicoltura una possibilità di rinascita dopo una catastrofe naturale, oppure un mezzo per creare inclusione sociale, sviluppo economico e sostenibilità ambientale. Tutte sono concordi nel considerare l’apicoltura un’opportunità di affermazione personale e professionale, ma anche uno strumento imprescindibile per salvaguardare il territorio e custodirne la biodiversità.
Con l’obiettivo di raccontare l’apicoltura femminile in Italia ha preso forma il progetto “APInRosa. Volti e storie dell’apicoltura femminile in Italia”, un format ideato e realizzato dalla giornalista e scrittrice Valentina Calzavara, per la valorizzazione di genere in apicoltura, attraverso un concorso con premiazione e la divulgazione giornalistica delle storie delle apicoltrici vincitrici.
Il progetto APInRosa gode del patrocinio del MASAF-Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ed è promosso dalla FAI-Federazione Apicoltori Italiani. L’iniziativa ha per capofila Apat-Apicoltori in Veneto e gode del supporto di Banca della Marca in qualità di sponsor.
Le candidature ad APInRosa sono pervenute da tutta Italia e hanno visto selezionate 20 apicoltrici in rappresentanza delle diverse Regioni, oltre alle Province autonome di Trento e Bolzano. Tra queste c’è anche una sannita: si tratta di Loredana Grasso. Il suo percorso come apicoltrice s’intreccia con il territorio di Dugenta e di Pontelandolfo, due luoghi ricchi di biodiversità e tradizione nella provincia di Benevento in Campania. Le piante locali quali l’acacia, la sulla che accende i prati di rosso carminio e il castagno, sono fondamentali per la produzione del suo miele.
Loredana Grasso si avvicina all’apicoltura nel 2018 grazie al marito e le api sono oggi le principali alleate per l’impollinazione di frutti e ortaggi della sua azienda, per la produzione di angurie e mela annurca campana Igp, ma anche la formazione dei semi da conservare. Attualmente conta 170 arnie e si è concentrata sull’allevamento di api regine ligustiche. «Serve un controllo continuo in tutte le fasi. Vanno selezionate le madri, tenute in un ambiente isolato. Quando il fuco si accoppia vanno previsti ogni settimana degli innesti delle larve. Nelle celle reali si schiuderà la regina». Ogni passaggio richiede precisione. «Le api sono un mondo meraviglioso, solo al pensiero che riescano a creare delle celle esagonali così perfette, al buio, è una cosa fantastica. E poi sono le impollinatrici più brave, che ci garantiscono frutta e ortaggi. Per questo desidero portare avanti una forma di apicoltura rigenerativa e di ripristino della biodiversità locale».