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CULTURA

Benevento, la storia di piazza Commestibili: dal Medioevo era area principale di fiere e mercati

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Quanto ne sapete di piazza Commestibili, la famosa piazza mercato di Benevento? Oggi l’area, conosciuta recentemente con il nome di Galleria Malies, è oggetto di importanti lavori di riqualificazione. Ma nel passato cosa ha rappresentato per i sanniti?

Nel 1875, non ritendo più idonea l’area di Piazza Orsini come sede del mercato cittadino, il Comune deliberò la costruzione di una nuova struttura al di fuori del centro urbano più antico, proprio nell’area fuori Porta Rufina, ubicata lungo un’importante arteria di collegamento, dove fin dall’epoca medioevale, si svolgevano le fiere ed i mercati. Il primo progetto venne redatto dall’ingegnere comunale Pasquale Zoppoli, in base al quale furono espropriati i suoli interessati alla costruzione e vennero effettuati i primi lavori, durati fino al 1902, anno in cui la piazza dei Commestibili venne aperta al pubblico.

Confrontando le varie mappe catastali possiamo individuare le fasi di costruzione della piazza: sulla mappa del 1885, redatta dall’ingegnere Paolo Masi, è già definito il perimetro del luogo del mercato. In quel caso la demolizione delle strutture che occupavano il suolo destinato alla piazza era già stata effettuata; erano inoltre state abbattute anche le antiche mura longobarde e costruite le prime botteghe situate vicino al complesso conventuale delle Orsoline. Dallo studio della documentazione relativa alla costruzione della piazza dei Commestibili, conservata all’archivio civico del Museo del Sannio, si può notare che tali botteghe furono edificate sotto la direzione dell’ing. Zoppoli in base alle indicazioni di progetto del 17 maggio 1879. Nella rappresentazione grafica del catasto del 1885 è ancora presente il vecchio tracciato di via delle Colonnette, una strada che aveva inizio sulla destra di chi esce da Porta Rufina e che scendeva seguendo rasente le mura del convento; con la costruzione del mercato si rese necessario spostare questa strada e ridurre le dimensioni del largo Montevergine, largo che ancora oggi si viene a trovare all’imbocco di via Porta Rufina.

La mappa catastale aggiornata al mese di settembre del 1898, invece, ci presenta la piazza ancora incompleta; ma dal confronto con la precedente rappresentazione grafica si vede che nel lasso di tempo intercorso tra la stesura delle due mappe, è stato costruito il corpo di fabbrica che delimita il sud della Gran Piazza, per contenere gli spostamenti subiti dal muro di cinta a sud e a sud-est dovuti alla forte spinta del terreno. Questa mappa, inoltre, rispetto alle altre cartografie, presenta una toponomastica differente dei luoghi adiacenti al mercato pubblico, difatti l’attuale piazza Commestibili viene indicata con il toponimo di piazza Montevergine e l’attuale largo Montevergine con quello di via Porta Rufina.

I lavori di completamento della piazza furono portati avanti in base a nuovo progetto, redatto il 29 aprile dell’anno 1893 dall’ingegnere comunale Eugenio Greco, del quale vengono conservati al Museo del Sannio sia i disegni che la relazione di progetto. L’aggiornamento della mappa catastale risalente al 1916 ci mostra piazza Commestibili già realizzata, ad eccezione della presenza di alcuni edifici addossati all’antica porta che negano un preciso ordine alla piazza. Questi edifici, situati a nord della piazza, rimarranno in piedi almeno fino al 1925, anno in cui verranno criticate le amministrazioni comunali le quali dal 1876 non erano ancora riuscite a far demolire “quelle catapecchie”, a causa delle quali l’ala destra del mercato restava incompleta.

L’antica Porta Rufina, accesso dalla via per Napoli alla città vecchia, viene demolita, con cariche di tritolo, intorno agli anni Trenta, per allargare l’asse stradale della vecchia via Nazionale (oggi via Porta Rufina) e permettere al traffico pesante di transitare all’interno della città vecchia. Molto probabilmente fu nello stesso momento in cui venne distrutta l’antica porta, che vennero demolite le fatiscenti costruzioni che occupavano parte del suolo di piazza Commestibili e si rese quindi possibile la edificazione delle ultime botteghe sul lato orientale del mercato.

I reperti archeologici ritrovati nell’area di piazza Commestibili confermano quanto detto; difatti sono stati scoperti, dopo opportuni saggi, i resti di alcune fabbriche di un quartiere extra murario con vocazione artigianale trasformato poi dopo un grande interro, realizzato tra il XVI e il XVII secolo, in zona rurale su cui si estendevano orti.

L’area di Porta Rufina ha, quindi, rivestito fin dal medioevo una notevole importanza per la città. Esterna alle mura, in prossimità di una delle più importanti arterie di collegamento, la strada per Napoli, era il luogo ideale per ospitare i mercati e le fiere stagionali; inoltre per l’afflusso di forestieri che il mercato richiamava, sorsero nelle adiacenze molte taverne ed alcune attività connesse. L’area del mercato occupava una superficie di forma approssimativamente triangolare di cui uno dei vertici era costituito dalla piccola chiesa di S. Maria della Libera da cui prendeva il nome il ponte sul canale Morra.

Come si evince dai disegni di progetto della piazza Commestibile e dalle fotografie antiche, dall’epoca della sua costruzione fino agli anni Novanta, non sono state apportate modifiche all’interno dell’area, ad eccezione della sostituzione delle originali tettoie in zinco, le quali occupavano solo la fascia centrale del mercato, con una più ampia e massiccia struttura in cemento armato, mentre gli edifici perimetrali sono rimasti inalterati, salvo manomissioni localizzate e guasti dovuti a vetustà.

Verso la fine degli anni Settanta/inizi anni Ottanta che il Comune di Benevento decise di migliorare le condizioni della piazza Commestibili. L’architetto Gianfranco Caniggia fu incaricato di redigere un progetto di ristrutturazione del mercato. Il progetto manteneva i manufatti ottocenteschi per non cancellare una non comune struttura architettonica di un periodo storico che si va a considerare nei suoi valori stilistici dopo un lungo periodo di sottovalutazione, mentre interveniva modificando drasticamente la strutturazione del piazzale sostituendo la pensilina in cemento armato con una copertura in ferro che doveva ricoprire totalmente il piazzale stesso.

L’ultima trasformazione è avvenuta nel corso di questo anno, quando è stata demolita l’imponente copertura in acciaio e, in sostituzione della quale, è prevista una struttura più leggera, a parziale copertura del livello piano terra della Galleria Malies, che diventerà interamente calpestabile.

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