ECONOMIA
Economia sannita, dal ‘valore aggiunto’ qualche segnale di ripresa. Resta divario con altre province

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Da anni confinata nelle retrovie dell’economia italiana, la provincia di Benevento prova a cambiare passo. Nonostante il 92° posto per ‘valore aggiunto’ sia tra i più bassi d’Italia, il Sannio sta mostrando qualche segnale di ripresa. A dirlo è l’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale del 2023 che tiene conto dell’ultima revisione dell’Istat dello scorso mese di settembre.
Rispetto al 2022 la provincia di Benevento fa registrare una crescita del 7,28%, tra le prime 15 province italiane per incremento percentuale. L’intero Mezzogiorno cresce del 6,59%. A premiare il Sud – riferisce lo studio – è soprattutto il valore aggiunto prodotto dall’industria e dalla Pubblica amministrazione.
Si tratta di un indicatore che misura quanto un’area sia capace di produrre beni e servizi, depurando i costi intermedi.
Con 5,26 milioni di euro di valore aggiunto assoluto il Sannio, però, rimane una delle realtà più marginali della nazione, 92esima su 107 province. Napoli (64,5 milioni) domina il panorama regionale, seguita da Salerno (22 milioni), Caserta (17,33 milioni) e Avellino (7,95 milioni).
Sul fronte pro-capite, ossia il rapporto fra il valore aggiunto realizzato in un anno e la popolazione residente, il Sannio (20.063 euro) supera l’Irpinia (19,981). Entrambe sono ampiamente sotto la media nazionale, pari a 32mila euro.
L’incremento del valore aggiunto è un segnale positivo, ma non basta una crescita temporanea per cambiare le sorti di un territorio. Occorre trasformare questa accelerazione in una strategia di lungo periodo.