ECONOMIA
Usura, nel Sannio aumentano le imprese segnalate alla Centrale dei Rischi

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Il Sannio emerge tristemente come una delle province italiane più colpite dall’aumento del rischio usura. Secondo i dati dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, la provincia ha registrato nel 2024 un incremento del 17,3% delle imprese segnalate alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Questo dato, il peggiore a livello nazionale, rappresenta un segnale di forte vulnerabilità per l’economia locale, già provata da anni di difficoltà.
Il dato è particolarmente allarmante perché queste imprese, spesso artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, rischiano di cadere nella rete dell’usura a causa dell’impossibilità di accedere a nuovi prestiti, essendo considerate insolventi dagli istituti di credito.
L’Ufficio Studi CGIA sottolinea che, sebbene l’usura sia più diffusa al Sud, i proventi vengono frequentemente reimpiegati nelle regioni settentrionali, alimentando un circuito economico criminale.
Tra le cause principali che spingono le imprese verso l’insolvenza vi è il fenomeno del credit crunch, ossia la riduzione dei prestiti bancari. Dal 2011 a oggi, il credito alle imprese italiane è crollato di oltre il 50%, passando da 1.017 miliardi di euro a circa 667 miliardi. Questa stretta creditizia ha reso sempre più difficile per le imprese accedere alla liquidità necessaria, costringendole a rivolgersi a canali illeciti per sopravvivere.
Per contrastare questa emergenza, la CGIA di Mestre ha ribadito l’importanza di potenziare il Fondo di prevenzione dell’usura, istituito nel 1996, che fornisce garanzie per favorire l’accesso al credito e supporto a chi si trova in difficoltà. Tra il 1998 e il 2022, questo strumento ha garantito finanziamenti per oltre 2 miliardi di euro, ma le risorse disponibili restano insufficienti rispetto alla gravità della situazione attuale.