POLITICA
Del Mese (FdI): “La politica come una guerra, serve responsabilità”
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“La politica oggi somiglia sempre più a una guerra, dove la vita delle persone sembra perdere valore, schiacciata dalla corruzione dilagante e da un sistema di potere ormai fuori controllo. Manca il coraggio di ribellarsi, e ci lasciamo trascinare dagli eventi, stancamente”. Così Antonio Del Mese, responsabile Fratelli d’Italia del Dipartimento Regionale Aree Interne e del Dipartimento Provinciale Legalità e Sicurezza.
Le sue parole arrivano all’indomani di due nuove inchieste che hanno scosso il sistema politico campano guidato da don Vincenzo. Il presidente della Provincia di Salerno è stato arrestato con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta, mentre un consigliere regionale del gruppo “De Luca Presidente” è indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per corruzione e concussione.
Particolarmente delicata la posizione del presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio, arrestato per il rischio di inquinamento delle prove. Secondo le indagini, avrebbe comunicato con i suoi interlocutori utilizzando bigliettini manoscritti, poi distrutti, e avrebbe “bonificato” il suo ufficio solo nove giorni prima delle perquisizioni, avvenute lo scorso 30 gennaio.
Del Mese sottolinea che il problema non si limita al piano giudiziario: “È inaccettabile che figure pubbliche come sindaci, presidenti e assessori usino metodi mafiosi per comunicare con i cittadini. Linguaggi criptici e comportamenti opachi non possono essere tollerati, soprattutto in partiti sempre più popolati da faccendieri intenti a raccogliere voti tramite favori e tangenti.”
“Il fallimento della politica va di pari passo con quello delle regioni, gestite da presidenti-star che agiscono come padroni, privi di qualunque contrappeso istituzionale – continua Del Mese –. Questo sistema vacilla, e il paradosso è che in Campania viene persino esibito con orgoglio, mentre la pubblica amministrazione si sgretola.”
“È fondamentale che la politica recuperi la propria dignità, senza aspettare che sia la magistratura a fare pulizia – afferma Del Mese –. Il silenzio non può prevalere, e la speranza deve tornare a essere protagonista. Questi eventi devono spingerci a riflettere, ma non a fermarci. Abbiamo un dovere nei confronti dei cittadini onesti, e dobbiamo fare la nostra parte, rispettando le leggi, anche quando comportano sacrifici.”
Del Mese conclude con un appello: “Dobbiamo impegnarci, senza ideologie o sterili contrapposizioni, guardando al futuro con fiducia e senza aspettare l’intervento dei giudici. Facciamo la differenza, semplicemente facendo il nostro dovere di cittadini e di amministratori pubblici.”