Medio Calore
Report su Fiume Calore e monumenti storici 2023, dall’Archeclub di Apice stoccate al Comune
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In occasione del talk show de Il Borgo e il Fiume 6, conclusosi il 21 luglio scorso, abbiamo reso noto – commenta Michele Intorcia, vicepresidente Archeoclub e attivista ambientale – una sorta di report ambientale e storico-monumentale riguardante il territorio di Apice e parte del Medio Calore. In primis i risultati delle analisi Arpac del Torrente Mele situato alla confluenza del fiume Calore, in località Ponte Rotto, nel comune di Apice, proprio di fronte al Ponte Appiano nominato da pochi giorni patrimonio dell’umanità. Un monumento che gode di un riconoscimento di una importanza storico-culturale senza precedenti, che potrebbe attivare canali e flussi, ma che ancora nel 2023 (all’anno scorso infatti risalgono i video-denuncia pubblicati dall’Archeoclub di Apice) è stato interessato da sversamenti abusivi, così come stabilisce il verbale Arpac sempre dell’anno 2023: «Il risultato del campionamento del depuratore ha evidenziato il superamento dei limiti di emissione di cui alla tabella 3 allegato 5 alla parte III del D.lgs. 152/2006 per i parametri Solidi sospesi totali, Cod, Bod 5, Azoto ammoniacale ed Escherichia coli. È stato, inoltre, riscontrato un aumento di temperatura delle acque del torrente Mele tra monte e valle del depuratore di circa 4,1 °C, superiore al limite di legge di 3 °C.
Per quanto riguarda la differenza in termini di analisi delle acque del Torrente Mele tra monte e valle del depuratore, si osserva nel punto di valle un generale peggioramento dei valori chimici e biologici analizzati, tra cui spiccano il raddoppio del valore di azoto ammoniacale e azoto nitroso, e l’incremento di Escherichia coli da 9000 Ufc a 19000 Ufc.
La presenza di E. coli a monte è, comunque, il risultato di ulteriori fonti di inquinamento (pressioni) da scarichi di natura organica, presenti sul torrente Mele a monte dello scarico del depuratore di Calvi. In conclusione, pur essendo presenti fenomeni di inquinamento del torrente, evidenziati dalle analisi di laboratorio effettuate, non sono state riscontrate nel corso del sopralluogo, come già detto, anomalie nel colore e nell’odore delle acque, tanto che, al netto di ulteriori indagini, tale fenomeno parrebbe da imputare a sversamenti occasionali che esulano dalle attività dell’Agenzia, richiedendo invece l’intervento della Polizia Giudiziaria».
È stato letto per la prima volta il verbale durante il Talk Show insieme al parlamentare Francesco Emilio Borrelli, il quale ha espresso preoccupazione sui dati emersi e sull’attività di controllo.
Il giorno seguente – continua Michele Intorcia – ho ricevuto la telefonata del sindaco di Calvi, l’avvocato Armando Rocco. Una telefonata nella quale il primo cittadino ha assicurato che avrebbe attuato dei provvedimenti nei riguardi dell’azienda in questione e attivato maggiori controlli; all’attenzione del primo cittadino calvese è stata portata anche l’attività di prelievo d’acqua dal fiume per scopi agricoli con motori sulle sponde del fiume, una pratica non consentita, riconosciuta da Armando Rocco, così come ribadito dal rappresentante del Consorzio di Bonifica Ufita, Frattolillo, durante il Borgo e il Fiume. In definitiva, è stata una chiamata della quale abbiamo apprezzato l’interessamento, nella quale si è discusso anche di regolamentare determinati fenomeni anche attraverso attività di sensibilizzazione. Siamo comunque in attesa di ciò che accadrà questa estate, periodo più critico, sia per la mancanza d’acqua sia per le attività umane. Non è possibile che un bene ambientale come il Fiume Calore, che sta lì da migliaia di anni come il Ponte Appiano, sia ridotto in questo stato.
Di non minore importanza è la poca acqua che scorre a valle per via della deviazione attuata alle sorgenti di Cassano Irpino da più di mezzo secolo fa per approvvigionare la vicina Puglia. Se a questo aggiungiamo una gestione idrica sempre criticata, una rete che registra perdite, la siccità e la portata d’acqua diminuita o tolta, abbiamo l’immagine di due province, Sannio e Irpinia, le cui popolazioni affrontano durante tutto l’anno continui razionamenti e fasi di emergenza idrica, chi con autoclavi e pozzi, i più fortunati, oppure con secchi e bottiglie. Si comprende il principio di solidarietà nazionale e di unità, ma dopo più di mezzo secolo si potrebbe cominciare anche pensare ad un intervento moderno e sostenibile per rivedere la gestione e distribuzione idrica.
Scendendo, tra il Ponte Appiano e il borgo di Apice, lì, come probabilmente lungo il resto dell’asta fluviale, insistono delle attività che meriterebbero un approfondimento sull’osservanza delle fasce di rispetto dagli argini del fiume e le aree demaniali. E in questo caso il sindaco Pepe potrebbe confrontarsi con il proprietario di un opificio di sua conoscenza, in quanto da rilevazioni effettuate, le fasce di rispetto di chi gestisce attività sull’imminente sponda del Fiume Calore, questo sempre quanto rilevato nel 2023, sono dubbie e troppo a ridosso del corso fluviale.
Nel frattempo, si porrà la questione a Enti di competenza come fatto finora e si invitano le Istituzioni, in generale, a rigenerare le sponde del fiume a spese di chi eventualmente elude la normativa; sarebbe un atto di corresponsabilità e di regolarizzazione a vantaggio degli interessi privati e pubblici.
In merito al Ponte Appiano, ci farebbe piacere conoscere il progetto redatto dall’amministrazione Pepe, e soprattutto capire quali siano i pareri della Soprintendenza, con la quale ci auguriamo che i rapporti siano proficui e attivi. Ciò che mi preoccupa – sottolinea Intorcia – come già accaduto in passato, vedi cedri himalayani e operazione Sismacond per il borgo di Apice, è che si redigano progetti poco compatibili con il luogo. Alla Provincia chiederei di valutare la possibilità di effettuare delle attività di ripascimento del fondale del Fiume Calore all’altezza del Ponte Appiano, attraverso la risistemazione della ghiaia e delle pietre nel letto del fiume stesso. Anche qui, negli anni, è stata ampiamente documentata l’attività illecita di prelievo e conseguentemente di erosione del letto del fiume.
Sul centro storico di Apice, attendiamo di conoscere gli sviluppi della manifestazione d’interesse pervenuta dall’associazione A.n.i.l.d.d., l’associazione nazionale invalidi del lavoro e disabilità diffusa, le modalità di affidamento e di cosa ci sia realmente di concreto.
Archeoclub di Apice, cittadini e amministratori comunali, dopo il nulla di fatto del progetto Sismacond, presero parte a diversi incontri all’interno della commissione creata ad hoc sul centro storico, proponendo delle richieste di intervento precise puntualmente disattese dall’amministrazione Pepe, nuovamente in carica.
L’onorevole Borrelli, durante la diretta, ha così commentato l’eventuale progetto tra Comune e A.n.il.d.d: «È un po’ originale che l’associazione nazionale invalidi del lavoro sia interessata a riqualificare un borgo, è una novità, ma d’altronde di queste cose ne abbiamo viste tantissime e purtroppo hanno avuto tutte lo stesso finale».
Il dato ancora più originale – commenta Intorcia – è quello che emerge sui fitti del centro storico di Apice dalla relazione 2023 dell’organo di revisione, a firma del dott. Marco Silvestri. Nella sezione Proventi dei beni dell’ente: fitti attivi e canoni patrimoniali, fitti attivi derivanti da gestione fabbricati centro storico, si legge: «Rilevato che non sono stati registrati incassi, si invita l’Ente ad adottare provvedimenti idonei a migliorarne la tendenza».
Non sono registrati incassi, nessun provento per investire eventualmente negli immobili del centro storico o negli eventi. Sicuramente, il vicesindaco Raffaele Bonavita, delegato al bilancio, chiarirà questo aspetto, anche perché nella parte finale della relazione si legge: «Si raccomanda, in ogni caso, il costante aggiornamento degli importi da riscuotere per le locazioni attive dell’Ente con verifica degli importi effettivamente incassati, in quanto trattasi di entrate proprie per le quali potrebbe integrarsi il danno erariale, se disattese».
Ultime, le parole dell’onorevole Francesco Emilio Borrelli al Borgo e il Fiume 6 in merito al lavoro dell’Archeoclub di Apice e agli illeciti ambientali: «Quello che avete fatto e quello che state facendo è il modello che io immagino di società attiva, di società che non gira lo sguardo dall’altra parte, che ha anche il coraggio di affrontare o l’ignavia o condizioni criminali o para criminali, è palese che gli sversamenti abusivi che avvengono all’interno di un fiume, che siano saltuari, e quindi che arrivi uno con una cisterna e sversi dentro, che siano organizzati, in ogni caso devastano il territorio».