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Benevento celebra la Madonna delle Grazie. Dall’arcivescovo Accrocca stoccate all’autonomia differenziata
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A Benevento è il giorno tanto atteso dedicato alla Madonna delle Grazie. Nella basilica di viale San Lorenzo la concelebrazione presieduta dall’arcivescovo Accrocca, alla presenza del vice sindaco Francesco De Pierro, e di tante autorità civili, militari e religiose.
Una fede per la patrona del Sannio che si rinnova ogni 2 luglio con la riconoscenza alla Madonna per essere stati salvati dal colera del 1836: gratitudine manifestata di anno in anno con l’accensione del cero votivo, acceso questa volta dal vice sindaco De Pierro, accompagnato per l’occasione dal comandante della Polizia Municipale, Pasquale Pugliese.
E dall’Omelia, dopo la lettura del Vangelo secondo Luca, una riflessione importante è emersa dall’arcivescovo Accrocca sulla necessità di uguaglianza tra popoli, esortando i ‘forti’ ad aiutare i più deboli e fragili. ‘Il Vangelo letto – ha spiegato Accrocca – è un testo sovversivo, perchè il pensiero di Dio è distante da quello dell’uomo come ricordato da Isaia, tanta è la distanza della Terra dal Cielo, così il pensiero dell’Altissimo da quello umano. Anche Dio – ha continuato Accrocca – ha le sue preferenze scegliendo i deboli, coloro che non hanno un ruolo nella società, un esempio che dovrebbe essere perseguito da tutti. Viviamo, invece, in un’era in cui si decide per aumentare ancora il divario tra Regioni con l’autonomia differenziata che rende ancora più ricche le Regioni del Nord penalizzando il Sud. E per noi le differenze esistono ancora di più tra province dell’entroterra. Bisogna dirigere il nostro agire – ha concluso l’arcivescovo – verso l’unità tra persone e l’uguaglianza”.
Subito dopo il messaggio del vescovo alla comunità presente, il rito dell’accensione del cero e il discorso del vice sindaco: ‘Ci sono una dispersione valoriale, una devianza giovanile da arginare e una perdita di umiltà – ha detto De Pierro -. Dobbiamo riavvicinarci, telefonarci, ascoltarci, senza il timore di scoprire le nostre debolezze, di rivelare le nostre fragilità: solo così saremo una comunità unità’.