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POLITICA

Violenza su figlio autistico, Profeta (Gioventù Nazionale): “Sportello d’ascolto nelle scuole strumento importante per denunciare”

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Scrive Niccolò Profeta, Portavoce di Gioventù Nazionale in Provincia di Benevento.”Da quanto si apprende da fonti stampa, la nostra città è al centro di gravissimo episodio di violenza che si è perpetrato per oltre dieci anni, ai danni di un ragazzo autistico e di sua madre.

È una vicenda molto grave e soprattutto delicata, nella quale non entro nel merito, giacché compito dell’Autorità Giudiziaria ricostruire dettagliatamente i fatti e porre una soluzione consona e giusta, ma credo sia necessario comunque riflettere su un altro aspetto.

Subire per un lungo arco di tempo comportamenti illeciti e non denunciarli non giustifica tali atteggiamenti, come non può essere una responsabilità da addossare alla vittima o a chi ne fa le veci.

Le dinamiche sociali e gli aspetti personali di vicende simili sono talmente vasti da non poter essere ricondotti a schemi rigidi capaci di analizzare scientificamente i comportamenti di un soggetto.

Al contrario, però, fornire quanto più sostegno possibile e i giusti strumenti può aiutare a prevenire l’atteggiamento remissivo dei singoli soggetti.

A volte i figli, se sensibilizzati nel modo corretto nelle scuole, possono aiutare il genitore maltrattato, nella denuncia di tale atto.

Già da diversi anni nelle scuole secondarie, infatti, di secondo grado sono stati istituiti diversi sportelli di supporto per gli studenti, tramite i quali i ragazzi possono essere assistiti e consigliati da figure professionali qualificate. Questo non sostituisce, chiaramente, quello che può essere un percorso terapeutico, ma può rendere edotto un ragazzo delle possibilità che ha o delle condizioni in cui si trova e di cui non ne ha pienamente coscienza.

Tutto questo è un ottimo obiettivo raggiunto, di rottura di un tabù che un tempo non faceva sì che si parlasse a scuola di un problema vissuto tra le mura domestiche. Si pensi che i maggiorenni possono accedere autonomamente a tali sportelli, mentre, da regolamento, i minorenni necessitano dell’autorizzazione da parte dei genitori.

Questo può essere uno dei fattori ostativi alla libera fruizione di questo servizio, specialmente quando un ragazzo lamenta situazioni familiari incresciose.

Non mancano casi in cui, nonostante ciò, grazie all’impegno dei professori o degli psicologi interni alla scuola si riescono comunque a creare condizioni favorevoli per un ragazzo per poter esprimersi liberamente su problemi che lo attanagliano, ma, certamente, sarebbe ancor meglio dare la possibilità anche ai minorenni di accedere liberamente a tali attività di supporto e, perchè no, di prevedere sportelli anche nelle scuole di grado inferiore.

Il potenziamento di sportelli di ascolto, accompagnato da una giusta campagna di sponsorizzazione e di sensibilizzazione di questi, preverrebbe in tanti casi il protrarsi di violenze o di qualsiasi altra condotta non consona e, soprattutto, darebbe ancor più coraggio ai singoli individui nel denunciare tali situazioni” – 

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