CRONACA
Rapine nel Napoletano, sannita condannato con pena sospesa e affidamento in comunità
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Era accusato di rapina aggravata, furto, in continuazione, con la recidiva infraquinquennale, per il qual motivo era stato arrestato e trasferito presso la casa circondariale di Poggioreale, il 45enne originario di Benevento ma sposato a Giugliano, dove viveva da anni con moglie e figli. Oggi la sentenza di condanna, ma con pena sospesa.
Una escalation criminale di rapine in serie nel Napoletano: l’indagine – già avviata lo scorso 20 febbraio, giorno in cui ignoti avevano rapinato un’agenzia di scommesse di Quarto – ebbe l’impennata decisiva quando il 23 febbraio un uomo a bordo di una fiat Panda aveva consumato una rapina in un bar di Pozzuoli.
I carabinieri analizzarono per ore le immagini di diversi sistemi di videosorveglianza: quella panda aveva delle targhe che erano state rubate la stessa mattina a via Rosini. I militari non si persero d’animo e riuscirono a ricostruire il percorso dell’utilitaria prima che fosse “travisata” da targhe rubate riuscendo così ad ottenere un nome e un cognome da ricercare.
La svolta avvenne quando la fiat Panda fu rintracciata a via Terracciano con a bordo l’uomo che venne fermato e bloccato. Scattarono le perquisizioni – al veicolo e domiciliari – che permisero ai Carabinieri di rinvenire e sequestrare una pistola scacciacani con cartucce a salve, gli abiti presumibilmente utilizzati per commettere la rapina al bar e le targhe rubate di via Rosini. Rapine avvenute tra Quarto, Giugliano e Pozzuoli.
Ottenne la prima volta gli arresti domiciliari a seguito di riesame, e all’esito del processo svolto a Napoli con rito abbreviato fu scarcerato e affidato ad una comunità di recupero di Faicchio.
Gli fu notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, per il qual motivo fu trasferito presso il carcere di Benevento, per dieci giorni, dopo che il riesame, nuovamente, in accoglimento dei suoi difensori Massimo Viscusi ed Emiliano Vaccarella, autorizzasse il rientro in comunità.
Stamattina, all’esito della discussione fiume, durata più di due ore, degli avvocati Emiliano Vaccarella e Massimo Viscusi, il Gup del Tribunale di Napoli nord, in lettura del dispositivo della sentenza, con ordinanza (in attuazione della riforma Cartabia), ha disposto l’immediata scarcerazione dell’imputato e (continua) l’affidamento del detenuto presso l’associazione comunità Emmanuel di Faicchio, condannandolo alla pena di anni 2 e mesi 4 di reclusione (pena sospesa), considerata la diminuzione della pena per la scelta del rito abbreviato. Il Pm aveva chiesto 8 anni di reclusione.