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CULTURA

Accademia di Santa Sofia, successo per “Concerto Notturno, Chopin – Una Storia d’amore”

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Con “Concerto Notturno, Chopin – Una Storia d’amore”, chiusura in grande stile, venerdì sera al Teatro San Vittorino, per la Stagione Artistica 2023, promossa da Accademia di Santa Sofia, insieme a Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento, kermesse diretta artisticamente da Marcella Parziale e Filippo Zigante.

Successo, applausi e calorosi apprezzamenti, infatti, per l’ultimo appuntamento in cartellone, il bellissimo Concerto – Recital con Antonio Roccia al pianoforte e le voci narranti-recitanti di Maresa Calzone, al suo esordio teatrale, e di Monica Carbini, curatrice di testi e regia. Un vivo, affettuoso omaggio alla musica e al genio di Frederick Chopin e alla sua storia d’amore con la scrittrice George Sand.

Lo spettacolo, una prima assoluta, conquista subito il pubblico di Benevento grazie a una selezione musicale accattivante e raffinata, scelta fra alcune delle più belle gemme compositive del grande pianista amato da generazioni, riproposte con talento, grande sensibilità e perfezione esecutiva dal giovane Antonio Roccia, più che promettente interprete, esecutore e compositore dai già numerosi riconoscimenti mondiali.
Il racconto, ammaliante e struggente, affidato alle voci delle due attrici, si dipana intorno alla musica di Frédéric Chopin, esaltandone le grandi peculiarità pianistiche, mentre attraverso le poetiche parole di George Sand (pseudonimo di Aurore Dupin), completate da alcune confidenze del musicista polacco, si entra nel vivo della loro storia d’amore comprendendo l’influenza che la relazione ebbe sulla vita e sulla produzione artistica di entrambi.

Lo spettacolo commuove e trascina il pubblico nel vortice di una relazione complessa e travagliata, rivelandoci poi anche alcuni segreti compositivi delle creazioni musicali di Chopin.

Grazie alla narrazione teatralizzata, emotiva e coinvolgente, di entrambe le interpreti, scopriamo i caratteri, le gioie, i dolori, i pregi, i difetti, le sofferenze, le fragilità, l’intimità quotidiana, e quindi la profonda umanità, di quello che fu un romantico incontro di anime, ma anche, e forse di più, uno scintillante scontro, tra due fortissime personalità dell’800, che hanno segnato per sempre la cultura europea e mondiale.

Inizia tutto dal loro primo incontro che avviene a Parigi nel 1836, in uno dei tanti salotti dove il musicista si esibisce al pianoforte. Tra le loro contrastanti individualità, nasce un rapporto intenso e complicato che ci affascina ancora oggi.

Chopin, a ventotto anni, con il suo straordinario talento, aveva già conquistato il pubblico di artisti e intellettuali parigini, fra cui il compositore Franz Liszt, il pittore Eugène Delaxroix e il musicista Hector Berlioz. Eccellente pianista, per la sua sorprendente tecnica, si manteneva con le lezioni che impartiva a caro prezzo, alle ragazze dell’aristocrazia.  Lei, più grande di sei anni, era una scrittrice nota e una donna coraggiosa e indipendente. Separata dal marito, il barone Dudevant, e con due figli (Maurice e Solange) era un personaggio anticonformista. Era stata legata al poeta Alfred de Musset e aveva molte amicizie repubblicane nella società parigina d’avanguardia. Scelse un soprannome maschile, indossava i pantaloni, era una donna libera, decisa a guadagnarsi da vivere con la scrittura, insomma, una femminista ante litteram.

I brani, meravigliosamente eseguiti da Antonio Roccia, sono i veri protagonisti di questa narrazione, tutti generalmente iscritti nel repertorio della cosiddetta SalonMusik, di cui Chopin, con il suo pianoforte dal timbro raffinato e attentissimo alle specifiche sonorità, è punto di riferimento.
Il Notturno n. 20 in Do diesis minore, o Lento con gran espressione, pubblicato postumo, ha sullo spartito la dedica: “A mia sorella Ludwika come esercizio prima di iniziare lo studio del mio secondo concerto”. Riproponendo motivi da lui già scritti, anche se molto amati da Ludwika, il compositore non volle mai pubblicarlo. È una delle principali composizioni giovanili di Chopin; presenta ancora alcune incertezze ma è un brano che si distingue per la piacevolezza e l’eleganza della melodia. L’aspetto e il carattere di Notturno sono presenti nella parte iniziale e in quella conclusiva, mentre la sezione centrale è caratterizzata da giochi armonici, invenzioni spiritose e molte auto-citazioni.

Il Valzer op. 64 n. 1 in Re bemolle maggiore, è conosciuto come Valzer del cagnolino, denominazione che si lega a un episodio narrato da George Sand quando, notando il suo cagnolino che si rincorreva la coda, suggerì al musicista di comporre un brano che imitasse il veloce movimento della bestiola. Musica raffinata e delicata, brano spiritoso e aggraziato.

Il celeberrimo Preludio n.15, noto come “La goccia d’acqua” è il cuore poetico della raccolta, l’unico preludio che supera la durata di quattro minuti. Basato su un ossessivo rintocco di La bemolle, pare sia stato ispirato dal costante gocciolare che ossessionava l’autore nel monastero di Valldemossa a Maiorca. È impressionante come Chopin riesca a dare a questa nota ripetuta, che scandisce senza interruzioni tutto l’arco del brano, caratteri molto diversi.

Il Preludio n.20 è il più scarno della raccolta e il più fatalistico con il suo tema dall’incedere tragico e ineluttabile. La superba Marcia Funebre, è il terzo movimento e costituisce il nucleo drammaturgico della Sonata per pianoforte n.2 in Si bemolle minore, Op. 35. Chopin esprime un profondo e struggente senso di tragicità, senza mai cadere nel sentimentalismo: questa musica mantiene sempre una composta sobrietà, che rende ancor più commovente l’espressione dei propri contenuti. La composizione è grandiosa e profondamente mesta; la melodia iniziale, è solenne e dolorosa al tempo stesso. Nella seconda parte la melodia passa in tonalità maggiore ed è tipicamente chopiniana, cantabile e di un’emozione contenuta e dolente. Nella conclusione finale ritorna, implacabile, l’ossessiva parte iniziale con i suoi mesti rintocchi.

E infine, la deliziosa Berceuse (Ninna Nanna) Op.57. Gli applausi scroscianti, di un folto pubblico commosso, salutano gli artisti che ricambiano con il bis: una recentissima personale composizione dell’ottimo Antonio Roccia.

Un altro bellissimo spettacolo, chiude, così, una stagione piena di scommesse vinte, soddisfazioni e successi che è stata fortemente voluta, tenacemente sostenuta e portata avanti da un grandissimo lavoro di squadra tra Accademia di Santa Sofia, Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento come ricordato anche dalle brevi parole di presentazione di Marcella Parziale e di Maria Buonaguro, Presidente Amici Accademia.

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