fbpx
Connettiti con noi
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio

AMBIENTE

Pesci morti nel Tammaro, Wwf e Italia Nostra: “Pubblicate le risultanze dell’Arpac”

Pubblicato

su

Ascolta la lettura dell'articolo

“L’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Campania ha reso noti gli esiti degli accertamenti conseguenti alle richieste dell’Associazione WWF Sannio e della Provincia di Benevento della fine di maggio”. Così in una nota il Wwf Sannio e l’associazione Italia Nostra Matese Alto Tammaro.

“Nei giorni precedenti, infatti, era stata segnalata una moria di pesci nel fiume a valle della diga di Campolattaro – spiegano le associazioni -. Successivamente, sembra si sia trattato di trote immesse a scopo ricreativo, ovvero per una gara di pesca sportiva. Intanto si era accertato che ASEA, a cui è affidata la gestione della diga e del corpo idrico, aveva ridotto il deflusso al fine di consentire un incremento del volume d’acqua invasata.

L’associazione, quindi – prosegue la nota -, aveva chiesto di verificare con urgenza: se la moria fosse dovuta al rilascio di sostanze inquinanti o tossiche a valle della diga o se eventualmente, dall’esame autoptico, risultino altre cause di morte dei pesci; se la moria fosse dovuta ad inadeguati valori delle caratteristiche fisiche dell’acqua (scarsità di ossigeno, temperatura, ecc.) conseguenti alla variazione del flusso operato da ASEA.

L’ARPAC – aggiungono – ha effettuato un sopralluogo e campionamenti, sia a valle della diga che presso il depuratore. Relativamente alle acque superficiali, sono risultati valori compatibili con una valutazione di “tossicità trascurabile”. Nelle acque reflue del depuratore è risultata invece la presenza di Escherichia coli in concentrazione superiore al corrispondente limite di legge e quindi da considerarsi non conforme, mentre il rapporto relativo alle analisi ecotossicologiche è risultato conforme.

Secondo ARPAC, “l’alta temperatura dell’acqua, unita a livelli di trofia elevati, […] ha comportato la creazione di un habitat non idoneo alla vita di molte specie di pesci ed in particolare delle trote”. E inoltre: “Il Tammaro a valle della diga ha quindi acque assolutamente inidonee alla vita delle trote, delle rovelle dei vaironi, delle alborelle ecc. che sono pesci che vivono a quote più alte, dove la corrente è più forte, le acque sono più fredde e, soprattutto molto più ossigenate.” Infine “la moria segnalata non trova spiegazione nelle analisi effettuale, potrebbe dipendere dalle specie immesse non idonee all’habitat come da un evento/sversamento accidentale di sostanze nocive non più presente a causa della capacità depurativa e di diluizione delle acque superficiali”.

A giudizio delle associazioni WWF Sannio e Italia Nostra sez. Matese Alto Tammaro, gli accertamenti ARPAC confermano le ragioni dell’allarme sullo stato di salute del Tammaro – conclude la nota -. È evidente, infatti, che l’ambiente a valle è determinato dalla gestione dei flussi minimi vitali, che vanno garantiti dai gestori dell’invaso con parametri adeguati alle situazioni climatiche: il riferimento alle specie immesse può riguardare eventualmente le trote, ma non le specie “storicamente presenti nel bacino del Tammaro, come la rovella, l’alborella meridionale, la tinca, il triotto, il pesce gatto e l’anguilla”. Ma altrettanto preoccupanti sono i valori di inquinamento non conformi, tali da pregiudicare le caratteristiche sanitarie dei pesci a fronte di un utilizzo alimentare. Preoccupa, infine, la conclusione che “la moria segnalata non trova spiegazione nelle analisi effettuate”. In assenza di compiuta individuazione delle cause, il fenomeno potrebbe dunque ripetersi. Se ne trae la conclusione che i vari attori coinvolti, Enti locali, Gestore dell’invaso, Provincia e Regione, debbano, coordinarsi opportunamente, mettendo in piedi un sistema di monitoraggio costante, a fronte dei vari rischi per la salute del Tammaro derivanti da acque reflue, lavorazioni potenzialmente inquinanti, ciclicità di eventi climatici ecc. Ciò rientra pienamente nel “Contratto di Lago” che appare sempre più vago nonostante risulti indifferibile, sia per la prevista potabilizzazione delle acque, che per la tutela del pregio naturale dell’area, che ha consentito la creazione dell’oasi WWF in continuità con l’istituendo Parco Nazionale del Matese”.

Annuncio

Correlati

redazione 3 settimane fa

Fondo Valle Tammaro, PD Sannio: “Aggiornato il progetto secondo le nuove linee guida”

Christian Frattasi 2 mesi fa

‘Il Calore sta male’: da Benevento un grido di allarme in occasione della Giornata Internazionale di Azione sui Fiumi

redazione 2 mesi fa

Fondo Valle Tammaro, il Pd: ‘Progetto mai aggiornato, la Provincia ammette il disastro’

redazione 2 mesi fa

Presentato studio sul Carnevale dell’Alto Tammaro, Di Maria: ‘Puntare su valorizzazione culturale’

Dall'autore

redazione 13 ore fa

Primo Maggio: Acli, appello alla dignità del lavoro e alla giustizia sociale

redazione 17 ore fa

Verso la gestione ordinaria dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja. Ciaburri (FdI) soddisfatto: ‘Il 22 maggio l’approvazione dello Statuto definitivo’

redazione 19 ore fa

Da maggio ad ottobre: tutti i concerti in programma a Benevento e nel Sannio

redazione 19 ore fa

Wg flash 24 dell’1 maggio 2025

Primo piano

redazione 13 ore fa

Primo Maggio: Acli, appello alla dignità del lavoro e alla giustizia sociale

redazione 19 ore fa

Wg flash 24 dell’1 maggio 2025

redazione 19 ore fa

Da maggio ad ottobre: tutti i concerti in programma a Benevento e nel Sannio

redazione 1 giorno fa

Variante al progetto di riqualificazione per il campo Mellusi: il padel sostituito da tendostruttura con gonfiabili e sala giochi

Copyright © 2023 Intelligentia S.r.l.

Skip to content