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Covid: tanti positivi, ma senza la tracciabilità anche molti casi ‘sommersi’

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Dopo il primo mese estivo di caldo intenso, i dati parlano chiaro: il covid non si è ritirato come gli altri anni, ma al contrario avanza. Colpa delle varianti, della riduzione delle precauzioni personali e, probabilmente, anche di un atteggiamento più rilassato da parte di tutti noi.

Eppure i report sono inconfutabili. La Campania, l’altro ieri, è stata la regione che ha contato il più alto numero di casi in Italia: erano 10.078. Fortunatamente, i decessi sono in numero meno preoccupante, ma le ospedalizzazioni crescono ancora. L’esempio nell’ultimo bollettino dell’Ospedale del capoluogo sannita racconta di 34 ricoveri a fronte dei 27 del giorno precedente.

Questi i numeri ufficiali, ma la sensazione è ben diversa, soprattutto, in merito ai contagi. I nuovi positivi, infatti, appaiono decisamente sottostimati: alcuni esperti a livello nazionale parlano addirittura della necessità di moltiplicare per tre i dati ufficiali. Rispetto alla prima fase della pandemia, ha preso sempre più piede il test fatto in caso e che, senza una comunicazione ufficiale, sfugge alle piattaforme regionali e nazionali.

La fenomenologia del covid è cambiata: oggi chi dichiara la positività è principalmente il personale sanitario e i lavoratori dipendenti che hanno bisogno del responso ufficiale per giustificare la propria assenza dal posto di lavoro. Per tutti gli altri, con le dovute eccezioni, la situazione è più borderline.

Molti infatti, disoccupati, giovani, casalinghe o autonomi – che non devono giustificare nulla – si sottopongono al test antigenico in casa ed anche in caso di positività gestiscono la malattia nel loro domicilio, a volte senza nemmeno informare il medico di famiglia.

Questo tipo di situazione porta anche ad una riflessione sul numero dei tamponi effettuati: l’ultimo bollettino regionale conta 12.835 test effettuati in Campania. Considerando che tra i tamponi effettuati sono compresi tutti quelli a cui gli utenti delle strutture sanitarie del territorio devono sottoporsi per accedere ai reparti, appare evidente che il numero di chi si reca in laboratorio o farmacia è decisamente basso.

Una situazione assai complessa, dunque, e che ci porta verso l’autunno con una prospettiva non rosea. I primi effetti di questa nuova fase della pandemia potrebbero essere visibili, però, già a partire dalla fine dell’estate. Se i contagi, ufficiali, e le ospedalizzazioni dovessero tornare a livelli preoccupanti non è escluso che possa ritornare l’obbligatorietà almeno della mascherina. Interrogato qualche giorno fa sul tema, anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, non aveva scartato del tutto l’ipotesi in vista di “Città Spettacolo”. Non resta che vedere come evolverà la situazione.

Sul tema, nella serata di ieri è intervenuto anche il governatore, Vincenzo De Luca: “Siamo davanti a cifre sottodimensionate, perché migliaia di persone aisintomatiche o che hanno anche sintomi vanno in giro. Avremo un picco di contagi a fine luglio ma stiamo lavorando per avere una organizzazione delle nostre Asl per settembre e ottobre”.

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