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POLITICA

Elezioni politiche e alleanze, Palumbo (Pd): “Da Mastella sempre più nervosismo”

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“Se il PD vuole allargarsi noi ascolteremo, altrimenti andremo avanti da soli senza nessun problema. Io ho lanciato l’appello, chi accetta bene, altrimenti me ne frego”. Queste le parole, dal tono un po’ squadrista, con cui Mastella ha chiuso la riunione della sua organizzazione locale ad Avellino nella mattinata di oggi”. Lo scrive in una nota il coordinatore politico del Pd, Italo Palumbo.

“Molto nervoso il sindaco di Benevento – scrive – perché avverte che per lui le porte dei due schieramenti nazionali, in vista delle politiche del 2023, sono sempre più chiuse. Continua a proporsi come rappresentante di un (piccolissimo) “centro”, made in Ceppaloni, che oltre l’Epitaffio semplicemente non è rilevato dai radar della politica nazionale. Arriva persino a millantare fosche previsioni per il PD che, se limitasse la sua coalizione al M5S e alla Sinistra, non avrebbe chances di vittoria alle prossime politiche. Una “profezia” non proprio disinteressata visto che il suo movimento non trova interlocutori né da una parte né dall’altra.

A parte l’ossessione per il PD – scrive Palumbo -, Mastella sembra non porsi il problema di quale sia la proposta del suo movimento né di indicare i suoi compagni di strada con i quali autoeleggersi rappresentante del (piccolissimo) centro. Cesa, Lupi, Brugnaro, Quagliariello e Toti guardano al centrodestra. Con Calenda pare vi sia una epidermica incompatibilità, Renzi ha problemi in casa sua ed i suoi rappresentanti territoriali (Paita e Faraone) appoggiano i candidati del centrodestra nelle più importanti città chiamate al voto il 12 giugno (Genova e Palermo). Ed allora con chi vuole costruire questo rassemblement centrista?

E con quale progetto identitaria. O forse, come enunciato nella teoria del viandante, vorrebbe andare con chi se lo piglia in cambio di un’unica candidatura in tutta Italia? Temiamo che i forni di andreottiana memoria saranno tutti chiusi – conclude Palumbo -. Accade ogni qualvolta la politica viene scambiata per l’assalto ai forni indifferenti a chi offre il pane. Ma dopo innumerevoli piroette, cambi di casacca, patetici tentativi di scambiare l’essere con l’apparire, millanterie da bar del paese (Conte ter, presidenza della repubblica e quant’altro) anche i meno avvertiti hanno imparato lo spartito”.

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