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Dalla domotica per anziani e disabili alla Stazione di Posta per bisognosi: ecco le idee sociali in città con il Pnrr

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Comune di Benevento e Ambito B1 pensano a sette grandi progetti di rilevanza sociale per rispondere all’avviso pubblico della Regione sui fondi del PNRR. Come già anticipato dall’assessore comunale Carmen Coppola nell’ultima puntata del format ‘Lo Scacchiere’, condotto da Antonio Tretola e on line ogni settimana su Ntr24, l’amministrazione sta mettendo in campo diverse azioni a favore di anziani e disabili puntando ad intercettare finanziamenti pubblici per poterli realizzare.

Ma andiamo nel dettaglio per vedere cosa è stato deciso nella riunione del coordinamento istituzionale dello scorso 27 gennaio, alla presenza dei sindaci di Arpaise e Ceppaloni, dell’assessore delegato di Apollosa e della stessa Coppola in rappresentanza dell’amministrazione Mastella.

Tra le iniziative più corpose, che prevedono un costo di 1 milione e 90mila euro per tre anni (comprensivi di gestione), c’è sicuramente la Stazione di Posta, attraverso la ristrutturazione di spazi dove attuare una serie di percorsi innovativi per il contrasto alla povertà. La Stazione di Posta assicura infatti un punto di accoglienza, accesso e fornitura di servizi, ben riconoscibile a livello territoriale dalle persone in condizioni di bisogno. 

Il Comune di Benevento intende mettere a disposizione oltre all’immobile già sede del CAN (Centro di accoglienza notturna) anche altri edifici adiacenti, sempre ubicati a Santa Maria degli Angeli (precisamente un immobile di circa 120/150 mq allo stato sede dell’Associazione Protezione Civile e due al Piano Terra di circa 104 mq complessivi). In alternativa si potrebbe fruire dell’edificio in via San Pasquale, allo stato occupato dalla Caritas Diocesana con tempistica che però potrebbe non essere adeguata.

La Stazione di Posta sarà un centro servizi per la cittadinanza: al suo interno potrà svolgersi una limitata accoglienza notturna (max 10 posti letto), attività di presidio sociale e sanitario, ristorazione, distribuzione della posta per i residenti presso l’indirizzo fittizio comunale, mediazione culturale, counseling, orientamento al lavoro, consulenza legale, distribuzione di beni in riuso, banca del tempo e una mini mensa. 

Riflettori puntati anche al sostegno alle capacità genitoriali e alla prevenzione delle vulnerabilità familiari con una iniziativa di 36 mesi da oltre 211mila euro che vuole migliorare l’attuale SADE, il servizio di assistenza domiciliare educativa che mira a ridurre il rischio di maltrattamenti e il conseguente allontanamento dei bambini dai nuclei familiari. La proposta prevede che ad ogni famiglia multiproblematica individuata dal Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito B1 la realizzazione di un percorso di accompagnamento volto a garantire a ogni bambino una valutazione appropriata e precisa della sua situazione familiare, con la relativa progettazione di un piano d’azione unitario, partecipato, sostenibile e multidimensionale e in un tempo congruo, definiti congiuntamente in équipe multidisciplinare con la famiglia.

Capitolo Housing First, con un investimento per 710mila euro. L’idea presentata intende realizzare un’assistenza alloggiativa temporanea, ipotizzabile fino a 24 mesi, tendenzialmente in appartamenti raccolti in piccoli gruppi, destinati a singoli o piccoli gruppi di individui, ovvero a nuclei familiari in difficoltà estrema che non possono immediatamente accedere all’edilizia residenziale pubblica e che necessitino di una presa in carico continuativa. Il progetto non costituisce uno strumento di contrasto all’emergenza abitativa in generale, bensì uno strumento rivolto a persone in condizioni di fragilità, innanzitutto quelle senza dimora, per la realizzazione di un percorso individuale verso l’autonomia. La soluzione alloggiativa viene affiancata da un progetto individualizzato volto all’attivazione delle risorse del singolo o del nucleo familiare, con l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia e rafforzamento delle risorse personali, per agevolare la fuoriuscita dal circuito dell’accoglienza ovvero l’accesso agli interventi di supporto strutturale alle difficoltà abitative (edilizia residenziale pubblica o sostegni economici all’affitto). Si ipotizza di attivare sul territorio un gruppo di quattro appartamenti di housing first, prevedendo il finanziamento per il coinvolgimento di circa 10-15 persone. Per l’iniziativa si è proposto di destinare due appartamenti di cui uno ubicato nel complesso ex Moscati oltre quelli già destinati nell’ambito del progetto in corso con la Croce Rossa e un altro da reperire o sul mercato privato o dal patrimonio comunale. 

Attenzione anche ai diversamente abili e ai loro percorsi di autonomia con una idea da sviluppare in tre fasi. La prima, propedeutica, ha come obiettivo la definizione e attivazione del progetto individualizzato, che risulta essere il punto di partenza per la definizione degli interventi: sulla base dei bisogni della persona con disabilità, si individuano i traguardi da raggiungere, in un percorso verso l’autonomia abitativa e lavorativa.

Una volta individuati gli spazi e le strutture destinabili al progetto, si procederà all’adattamento degli spazi e all’implementazione di servizi basati sulla domotica e sull’assistenza a distanza. Mediante il reperimento e adattamento di spazi esistenti, si prevede la realizzazione di abitazioni in cui potranno vivere gruppi di persone con disabilità. Ciascun appartamento potrà essere abitato da massimo 6 persone. Un singolo progetto abitativo, composto da uno o due gruppi-appartamento, potrà prevedere il coinvolgimento di 7-10 persone. Ogni abitazione sarà personalizzata, dotandola di strumenti e tecnologie di domotica e interazione a distanza, in base alle necessità di ciascun partecipante. Non solo: attraverso i dispositivi di assistenza domiciliare e le tecnologie per il lavoro a distanza, si intende promuovere le azioni progettuali volte a sostenere l’accesso delle persone con disabilità nel mercato del lavoro. Si ritiene necessario, perciò, investire anche sulla formazione nel settore delle competenze digitali, per assicurare la loro occupazione, anche in modalità smart working.

Per il progetto si potrebbe prendere in considerazione l’edificio ubicato in via San Pasquale, attualmente alla Caritas, e prevedere la destinazione di una parte del piano primo alla realizzazione di due appartamenti per un numero tra 6 e 8 disabili o in alternativa due abitazioni da rinvenire tra il patrimonio comunale. 

Per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti, l’idea in campo prevede importanti investimenti infrastrutturali finalizzati alla implementazione di servizi con lo scopo di migliorarne l’autonomia. Gli obiettivi generali sono individuabili nella prevenzione dell’istituzionalizzazione attraverso strutture alloggiative e dotazioni strumentali innovative che consentano loro di conseguire e mantenere una vita autonoma e indipendente, con la garanzia di servizi accessori, in particolare, legati alla domiciliarità, che assicurino la continuità dell’assistenza, secondo un modello di presa in carico sociosanitaria. Si sfrutteranno tecniche di domotica, telemedicina e monitoraggio a distanza in modo da permettere di aumentare l’efficacia dell’intervento integrato. 

Nelle idee da sottoporre per il finanziamento anche il sistema di gestione delle dimissioni protette e anticipate, già annunciato nel programma elettorale del sindaco Mastella. La proposta progettuale ha il fine di integrare il servizio di dimissioni protette con i percorsi sanitari, socio-sanitari e sociali. Oltre al potenziamento del servizio già in essere sul territorio, il progetto intende realizzare un sistema software di coordinamento tra gli attori socio-sanitari interessati dal servizio e che inglobi anche la gestione della fasi di raccordo tra presidio ospedaliero e azioni di intervento sociosanitario personalizzato. Il sistema dovrà consentire inoltre il raccordo con il medico di medicina generale, il Distretto sanitario ed il servizio sociale, in armonia con la vigente regolamentazione a livello regionale.

Dal lato dell’utenza, invece, prevede la progettazione e la realizzazione di funzionalità software a supporto della gestione di attività di: Assistenza domiciliare – Interventi di supporto alla persona nella gestione della vita quotidiana e/o con esigenza di tutela, al fine di garantire il recupero/mantenimento dell’autosufficienza residua, per consentire la permanenza al domicilio il più a lungo possibile e ritardando un eventuale ricorso alla istituzionalizzazione, attraverso un sostegno diretto nell’ambiente domestico e nel rapporto con l’esterno. Il sistema software permetterà di gestire richieste di interventi per la cura e l’igiene della persona, per prestazioni igienico-sanitarie, la cura e l’igiene ambientale, il disbrigo pratiche, l’accompagnamento a visite, la spesa e la preparazione dei pasti, l’aiuto nella vita di relazione, ecc; Telesoccorso – Installazione di wearable device che consentano la comunicazione delle emergenze e, opzionalmente, di parametri di misura dello stato di salute che possono essere inviati ed inseriti nel software di gestione delle profilazioni degli utenti e nella cartella socio sanitaria. 

Infine, l’ultimo tra i progetti immaginati intende fornire un supporto alla gestione dell’eventuale insorgenza della sindrome del burn out per il personale socio-assistenziale. La burning-out syndrome è un insieme di sintomi che testimoniano la evenienza di una patologia comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione relazionale.

Le attività previste dal progetto riguardano lo sviluppo di: programmi di training e di sviluppo per il personale attuale e futuro che si dedica alla supervisione; sistemi innovativi di controllo per i supervisori (indagini tra lo staff) tale da fornire un feedback regolare sulle loro prestazioni; azioni di informazione che mirano a far conoscere questo fenomeno e ad offrire utili consigli per prevenirlo; interventi specifici mirati alla riorganizzazione della mansione lavorativa, in base alle esigenze organizzative, e attraverso il riequilibrio del carico lavorativo con una corretta pianificazione del lavoro. 

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