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I vescovi delle aree interne in campo contro la chiusura di ospedali e presidi periferici

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“In Italia, dove la Costituzione sancisce il diritto ad essere curati, si moltiplicano situazioni di immenso disagio proprio per la salute delle persone e con sempre più frequenza si paventa la chiusura di ospedali o presidi periferici, ultimo quello di Sant’Agata de’ Goti.
Volendo perciò dare voce a chi voce non ha – scrivono i sei vescovi delle aree interne di Sannio e Irpinia Felice Accrocca (arcivescovo metropolita di Benevento), Arturo Aiello (vescovo di Avellino), Pasquale Cascio (arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia), Giuseppe Mazzafaro (vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti), Sergio Melillo (vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia) e Riccardo Guariglia abate di Montevergine – auspichiamo che il parametro economico non sia il parametro decisivo per le scelte sulla salute dei cittadini; che sia effettiva la solidarietà tra le Regioni in ordine alla salute dei cittadini; che venga riequilibrato, in favore del pubblico e per la salute dei cittadini meno abbienti, il rapporto pubblico-privato; che sia offerta una cura ancora più capillare alle persone che, a causa del reddito, sono propense a non curarsi più o a non curarsi abbastanza; che la prevenzione sia capillare e rivolta a tutti, soprattutto a coloro i quali hanno più difficoltà a raggiungere i grandi centri; che i territori che registrano maggiori sofferenze in ordine alla salute (soprattutto se a causa di inquinamenti che hanno origini in altre zone d’Italia o del mondo) o allo spopolamento vengano maggiormente tutelati; che sia scritta nuovamente la “geografia” della salute, coinvolgendo i cittadini in tutti i dibattiti pubblici possibili.
A tale proposito – concludono i pastori – crediamo vada valorizzata l’esperienza delle “Case della salute” – già efficacemente sperimentata in molte zone d’Italia – e reso maggiormente protagonista il medico di medicina generale, vera sentinella del territorio; che le scelte politiche in ordine alla salute siano chiare e preventivamente discusse con i cittadini;infine, che siano redatti report comprensibili a tutti, grazie ai quali valutare la bontà o meno delle scelte effettuate”.