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POLITICA

Zone interne e incontro tra i vescovi, la riflessione di Giovanni Zarro

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“Come cittadino del Comune e della Provincia di Benevento, mi piace sottolineare l’iniziativa assunta dall’Arcivescovo di Benevento sulle zone interne. Monsignor Felice Accrocca ha convocato la “Chiesa italiana” intorno al tema delle zone interne. Tema centrale per lo sviluppo del paese. Centrale per lo sviluppo delle singole regioni di cui sono parte. L’obiettivo è chiaro. “Avviare un confronto comune per elaborare un piano di rilancio pastorale delle aree interne del Paese, che sempre più si trovano a fare i conti con l’emarginazione, lo spopolamento e la crisi economica”. La mobilitazione è di assoluto rilievo”. Così in una riflessione l’ex deputato, Giovanni Zarro.

“La preoccupazione di Monsignor Accrocca è pastorale – continua -. Lontana dalla politica. Lo dice chiaramente: “Non possiamo assistere inerti, nelle nostre chiese, alla morte del tessuto sociale, anche perché la necrosi di parte dell’organismo incide sull’organismo intero, vale a dire su tutto il paese e di conseguenza sulla Chiesa che è in Italia”. Credo che nella testa di Sua Eccellenza fossero e siano presenti temi angoscianti come la denatalità, l’abbandono, il ritardo scolastico. L’assenza degli investimenti, pubblici e privati, la scarsa produttività del lavoro. Tutti assunti che sono il motore dello sviluppo di un popolo. O il contrario. Sviluppo e decrescita sia quanto a demografia, quanto a progresso culturale, sociale ed economico. L’Arcivescovo Accrocca non denuncia solo il male. Propone una sua cura. Seria. Responsabile. Non intendo, come cittadino, approfondire questa tematica, la cura proposta da Monsignor l’Arcivescovo, è propria della Chiesa. La Chiesa ha e persegue altri fini. Non tanto curare il corpo, quanto curare l’anima. Al cittadino, al sottoscritto, in questa sede, interessa altro. Naturalmente.

L’intuizione dell’Arcivescovo di considerare le zone interne centrali rispetto alla vita del popolo di Dio quale valore ha? Quale significato ha? Ha un significato solo religioso? Le zone interne – spiega – sono centrali solo per il rilancio pastorale della Chiesa? A parte, il valore che assumono per la Chiesa e per la vita della Chiesa, il tema ha, anche, un significato politico. Un profondo significato politico. Le zone interne sono centrali per la politica e per lo sviluppo economico del paese. Per lo sviluppo economico del Sud del paese. La politica non scopre oggi questo tema. Lo ha discusso sempre. Approfonditamente. Con passione. Almeno da quando sono state istituite le Regioni. Va riconosciuto, senza molto successo! Da una parte. Dall’altra. Il tema è stato trattato, prevalentemente, come argomento di contorno, come “articolazione”, di altri temi. Il Mezzogiorno d’Italia. Lo sviluppo delle aree ritardo. Delle aree rade. Le “terre dell’osso”. Monsignor Accrocca va oltre. Capovolge i valori. Da tema annesso. A tema principale. Le zone interne guadagnano una posizione ed un ruolo di centralità. La riflessione del prossimo 30 del 31, porrà, per quanto si può  prevedere, il tema della “Centralità delle zone interne”. In via autonoma. Vorrei dire, in via assoluta. Come possibile agente, motore di sviluppo. Ancora. Un altro aspetto: l’estensione territoriale. I Monsignori Vescovi non limitano la loro riflessione alle zone interne di questa o di quella regione. Intendono riflettere sulle zone interne dell’Italia. Come area politica economica sociale, a sé. E come luogo e tema di sviluppo economico e sociale. In questo modo è possibile considerarle “agente di sviluppo”. Questa l’intuizione di Accrocca.

Or dunque – conclude -. Su questa intuizione la politica, quella seria, deve riflettere. Deve fermarsi e discutere. Naturalmente per trovare delle soluzioni. Non nell’autoreferenzialità. Nel dialogo, nel dibattito. Tutti dovranno essere chiamati a confrontarsi. Naturalmente, con l’intento di configurare soluzioni condivise, pur nell’autonomia delle sfere di influenza. Lo si può fare, grazie ad un confronto serio, partecipato, inclusivo. Cordiale. L’unica strada, forse, capace di dare una ulteriore spinta sul versante economico e sociale per accelerare i processi di sviluppo. Innanzitutto, culturali. In questa prospettiva, chiamando l’Università a svolgere appieno il suo compito”.

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