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Crollo ponte ad Apice, Di Maria: “Grottesco attribuire colpe a Provincia”

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“Il crollo ha determinato sicuramente una perdita grave per il patrimonio storico di Apice e del Sannio. Il ponte sul Calore era stato già ricostruito dopo l’ultima Guerra e poi dismesso dal traffico veicolare a seguito della costruzione di un nuovo manufatto. Le segnalazioni pervenute a questa Provincia circa la precaria staticità del ponte non sono rimaste inevase ed, anzi, abbiamo messo in campo tutto quelle che era nelle nostre competenze e nelle nostre possibilità per far fronte al denunciato pericolo”. Lo dichiara il presidente della Provincia, Antonio Di Maria, in una nota di replica alle parole del primo cittadino di Apice, Angelo Pepe.

“Il crollo – spiega -, comunque, è stato un evento sorprendente ed inaspettato soprattutto in questo estivo caratterizzato da una prolungata siccità: non può, dunque, essere stata la piena del fiume con la conseguente forte pressione delle acque sui piloni di sostegno a determinare il crollo del manufatto. La Provincia ha subito predisposto una perizia tecnica per individuare le cause del crollo ed ora le nostre iniziative sono rivolte al recupero del materiale venuto giù. A tale scopo abbiamo interessato anche la Soprintendenza competente per avere da parte di quest’ultima una supervisione dei lavori a farsi.

Per dovere di esatta informazione e per correttezza nei confronti dei cittadini – attacca il presidente – occorre dire che addebitare al Presidente della Provincia responsabilità personali sul crollo, come si legge in alcuni social e come traspare da alcune dichiarazioni del primo cittadino di Apice, è grottesco. Dov’erano, infatti, coloro i quali oggi gridano alle altrui inadempienze allorché le Province, nei tempi ante “Legge Del Rio” avevano la funzione e la possibilità di intercettare le risorse finanziarie necessarie per la messa in sicurezza e riqualificazione di un’opera così importante? Quando, cioè, era possibile effettivamente intervenire per questo ponte e per altre opere di grande importanza storica (e non solo) lasciate abbandonate a se stesse? 

Per capire le dimensioni del problema attinente i ponti e i viadotti – scrive Di Maria – dobbiamo ricordare che, a seguito della tragica vicenda del Ponte Morandi a Genova nel 2018, fu ordinato dal Ministero delle Infrastrutture su scala nazionale il monitoraggio per accertare lo stato della loro sicurezza e percorribilità. La Provincia di Benevento, dopo aver censito sulla propria rete stradale ben 526 manufatti, determinò che fossero necessari quasi 141 milioni di Euro per gli interventi della loro messa in sicurezza. Ebbene, solo nello scorso mese di maggio con apposito Decreto ministeriale, sono state messe a disposizione delle Province i fondi specificamente destinati al questo scopo, ma, manco a dirlo, le risorse non sufficienti. La Provincia di Benevento ha infatti visto riconosciuto per la propria rete stradale solo il 10% della richiesta a suo tempo avanzata, vale a dire soltanto 13 milioni di Euro per il triennio 2021/2023. Dunque, per tutti i suoi 526 ponti, la Provincia di Benevento per l’anno 2021 in corso può spendere soltanto 4milioni e 300mila Euro circa e quindi: 5 milioni e 436 mila Euro circa per il 2022 e 4 milioni e 229mila Euro circa per il 2023. Una disponibilità complessiva che certamente non risolverà tutti i problemi riscontrati”.

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