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‘Il Fortore tra sgambetti e nodi da sciogliere’: la riflessione del sindaco Ferella

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“Mi ritengo poco più di un osservatore interessato al futuro delle terre a cui appartengo e per cui ho deciso di spendermi, e non posso fare a meno di constatare come la dialettica politica del Fortore – e sto abusando del termine – oramai somigli sempre di più ad una arena per uno scontro senza regole, in cui il presunto vincitore è solo in grado di portare disgregazione dove servirebbe unione. Un vincitore, quest’ultimo, convinto di guadagnare per sé feudi più o meno grandi”. Lo scrive in una riflessione il sindaco di Baselice, Lucio Ferella.
“La mia limitata esperienza – spiega – non mi ha sottratto da questo orrendo gioco (l’arena di cui sopra). Per dirla con le parole di Ugolino della Gherardesca “parlare e lagrimar vedrai insieme” ho imparato subito e a mie spese di quali insidie è di fatto pieno il percorso dell’impegno politico per il proprio territorio. Homo homini lupus. Non mi riferisco a quanto ogni collega Sindaco provi o riesca a fare per la sua comunità di riferimento, ci mancherebbe, piuttosto a quello che insieme non riusciamo a fare per il Fortore. Il terreno di scontro è permeato da una tattica quotidiana di sgambetti, tale da rendere impossibile formare convergenze in grado di affrontare con la giusta forza i problemi del nostro territorio. È una questione di coesione e di responsabilità.
Queste mie riflessioni, inoltre – sottolinea -, prescindono da qualsiasi giudizio di valore sui colleghi Sindaci del Fortore, ed infatti mi limito ad osservare come stupide lotte di improbabili fazioni, nel teatrino mediatico, ci obbligano ad una navigazione a vista che non ci ha permesso di presentare nessuna riflessione programmatica sui nodi reali che prima o poi il Fortore dovrà sciogliere. Le conseguenze sono disastrose e si misurano nella quasi totale assenza di peso politico ai vari tavoli istituzionali, quasi privi di una vera rappresentanza, privi di una visione strategica da difendere e realizzare. Diversamente, altri territori – nemmeno troppo lontani dal Fortore – fortunatamente (per loro) non stanno a guardare, fanno squadra, si spendono, e riescono molto meglio e con benefici tangibili. Nel nostro caso, invece, l’unica è l’inaccettabile prevalenza del politico arrogante. E l’arroganza è fastidiosa perché presuppone una idea avvilente e onnipotente della cosa pubblica. L’arrogante che procede per insipienza demagogica, che ha sempre la lezioncina pronta da declamare ad alta voce.
Basta con la politica conflittuale capace solo di aggravare lacerazioni – scrive il primo cittadino -, piuttosto è giunto il tempo di un nuovo corso basato su un diffuso ascolto politico che metta fine alle rigide posizioni e all’indisponibilità al dialogo. C’è bisogno di un cambio di rotta, una strategia di cui dobbiamo farci carico noi come rappresentanti del Fortore, nel senso di un impegno comune orientato al superamento, da parte di tutti, dell’ordinaria e diffusa politica del conflitto.
Sono sicuro – conclude Ferella – che per darci una possibilità bisogna però fare scelte giuste e coraggiose senza lasciar passare inosservati i continui slanci sleali, e adeguatamente rimpinzati di assurdità, da parte di chi evidentemente non è in grado di guardare oltre il suo campo di distorsione della realtà. La politica è anche compromesso (cum-promissus), ma senza disposizione a subire oltre un certo limite. È giunto il momento di andare oltre, per un esclusivo vantaggio del nostro territorio fortorino e non solo per qualche prossima poltrona. Solo così, forse, supereremo il provincialismo di cui siamo carnefici e vittime”.