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Albero caduto a via Bari, ‘Giù le Mani dai Pini’: “Assenza di cura da parte del Comune”

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“Il ribaltamento del pino di via Bari (stessa famiglia, ma cosa diversa dai Pinus Pinea del viale degli Atlantici) mette in luce ancora una volta l’assenza di cura da parte di un’amministrazione che pensa che occuparsi del verde pubblico equivalga ad abbattere e capitozzare. Per il Comune se un albero cade non è perché chi di dovere – leggi, il Comune stesso – non ha fatto nel tempo né un monitoraggio né una manutenzione seria (che prevede interventi mirati, non capitozzature a macchia d’olio spacciate per potature), ma perché per definizione gli alberi cadono e sono pericolosi”. Così in una nota il Comitato Giù le Mani dai Pini.

“Che è un po’ come dire che per definizione i palazzi sono soggetti a crollo e quindi, invece di fare manutenzione, al primo cedimento si rade al suolo il palazzo e l’intero quartiere – aggiungono -. In realtà, sarebbe bastato che il Comune in questi anni – anziché accanirsi sull’abbattimento a tutti i costi dei pini del viale degli Atlantici – avesse redatto il registro del verde con catalogazione albero per albero (cosa a cui sarebbe tenuto per legge) e poi monitorato e curato adeguatamente le piante della città, con rimozione e sostituzione in quei ristretti casi in cui è davvero necessario. Cioè non a blocchi di 300 o 100 alla volta. Ricordiamo infatti che il dott. Cardiello ha individuato 24 pini da abbattere, laddove l’amministrazione voleva eliminarne 123. In pratica, persino il tecnico specializzato incaricato dal Comune, e quindi non esattamente in posizione neutrale, ha certificato che sarebbe da rimuovere il 20% dei pini che due anni fa avrebbero voluto far fuori. Sempre troppi, considerato che Giovanni Morelli ha già ribadito come mediamente solo nei casi più gravi si proceda all’abbattimento del 15% massimo del totale, ma sempre 24 invece di 123.

Tra l’altro – scrivono ancora i cittadini -, facciamo notare che mentre i famosi pini pericolanti se ne stanno lì tranquillamente, nel resto della città cadono alberi che nessuno si è preso la briga di guardare. D’altra parte, lo stesso Cardiello non ha mancato di sottolineare che gli esemplari da abbattere sarebbero tali a causa della scarsa manutenzione, indicando per il futuro una serie di buone pratiche da tenere nella gestione del verde, chiaramente applicabili a tutti gli alberi cittadini, e che pertanto saranno sicuramente disattese. Ora, visto che l’agrotecnico comunale è risultato provvisto di capacità divinatorie per quanto riguarda i pini del viale già eliminati, lo si sarebbe potuto almeno mandare in giro ad analizzare seriamente, in scienza e coscienza, le piante esistenti. Compresa quella di via Bari, che i nostri tecnici, solo guardando le foto, hanno individuato essere caratterizzata da fusto a “punta di matita”, difetto agevolmente riscontrabile visivamente.  Sempre se qualcuno gli avesse dato un’occhiata, invece di concentrarsi su viale degli Atlantici, via Pacevecchia e via Fratelli Rosselli!

Fermo restando, che molti alberi malati o attaccati da parassiti – come messo nero su bianco da Cardiello – sarebbero facilmente guaribili e a costi contenuti – conclude il Comitato -, sicuramente più contenuti dei disastri messi in atto in questo folle corto circuito amministrativo, per cui il Comune non solo viene meno ai suoi doveri di cura e manutenzione del patrimonio arboreo ma, beffa ulteriore, vorrebbe porre rimedio alla propria inefficienza distruggendo quello stesso patrimonio che avrebbe dovuto curare. Questo è quanto. Se l’approccio è che le specie più alte di una siepe sono di per sé potenzialmente pericolose e quindi devono essere eliminate, preparatevi allo scempio, al paesaggio in stile The Day After in tutta la città, alle passeggiate senza ombra, all’inquinamento sempre più massiccio e a un peggioramento di quei cambiamenti climatici, invocati come scusa proprio da chi vorrebbe abbattere”.

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