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Centro Delta di nuovo nell’elenco regionale dei laboratori accreditati: Porcaro attacca l’Asl

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“Si chiude così, anche dal punto di vista formale, una vicenda di omissioni che ha dell’incredibile. A seguito dell’ordinanza con la quale la Giustizia amministrativa ha restituito il Centro Delta al suo ruolo di azienda accreditata per svolgere gli esami con la metodica di amplificazione PCR, il nostro Centro è stato di nuovo inserito nell’elenco regionale dei laboratori deputati a tale tipo di indagine dopo che ne era stato escluso per circa un mese”. Così in una nota alla stampa Piero Porcaro, titolare del Centro Diagnostico Delta di Apollosa.
“Occorre evidenziare – aggiunge Porcaro – che il percorso giudiziario poteva essere del tutto evitato se solo l’Asl di Benevento avesse avuto un minimo di considerazione e di attenzione rispetto ai documenti prodotti dal Centro Delta coi quali si chiedeva conto dell’esclusione operata senza alcuna motivazione formale e sostanziale dall’azienda sanitaria stessa dall’elenco dei centri abilitati riconosciuti dai competenti uffici regionali.
Una omissione ancora più incomprensibile se si considera che una specifica Commissione Sanitaria dell’Asl, aveva, con estrema chiarezza e senza possibilità di equivoci, aveva constatato e sancito l’assoluta capacità del centro ad operare secondo quanto prescritto dalla norma. Una verifica, quella effettuata dalla commissione, richiamata dal Tar nella sua ordinanza.
Nel rispetto delle disposizioni impartite, carichiamo il numero dei tamponi sulla apposita piattaforma. Qualche scettico potrà constatare che non sono mille al giorno anche se ci è stata riconosciuta la capacità di poterne effettuarne migliaia in una settimana, date le potenzialità assolute in possesso dell’azienda ad assicurarle.
Alla luce di quanto accaduto, il Centro Delta ha provveduto a chiedere l’accesso agli atti per comprendere quali siano state le motivazioni, se ve ne sono, con le quali l’Asl di Benevento aveva provveduto alla sua esclusione. Una richiesta tanto più legittima quanto più si considera l’enormità del danno provocato non solo dal punto di vista economico ma anche sociale.
Nel periodo che va dalla sua cancellazione al suo reinserimento nell’elenco dei centri abilitati, – prosegue nella nota – non è stato possibile effettuare, ovviamente, l’indagine volta a stabilire la presenza o meno del Covid19. Quanti eventuali affetti dal virus avrebbero potuto essere scoperti ed avviati per tempo alle cure del caso? E se non bastasse, vale sottolineare il danno di immagine ad un Centro che annovera 44 brillanti ricercatori, mortificati da un’esclusione che, allo stato dei fatti, appare del tutto incomprensibile e, naturalmente, ancora di più inaccettabile dopo l’ordinanza del Tar.
Il management del Centro Delta – conclude Porcaro – è deciso ad andare sino in fondo. Sarà il giudice naturale della vicenda ad imporre che la verità venga fuori, con tutte le conseguenze, sotto ogni profilo, che ne scaturiranno”.