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Emergenza covid, ristoratori del Sannio e Alto Casertano a confronto con la Regione

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Mercoledì 28 ottobre, presso il Palazzo della Regione a Napoli, una delegazione dell’associazione Sac ristoratori del Sannio e Alto Casertano, rappresentata dal presidente Christian Colella, dal portavoce Franco Pepe, dal responsabile Sac Marco Dell’Ungaro, e dal consulente finanziario Errico Formichella, ha incontrato Bruno Cesario, dirigente del Gabinetto de Presidente della Regione Vincenzo De Luca per instaurare un tavolo di dialogo e lavoro al fine di prevenire i gravissimi problemi prospettatisi a fronte delle recenti disposizioni sul settore.
Nonostante le preoccupazioni e le tensioni dei giorni precedenti, sfociate in una rassegna stampa dai toni particolarmente accorati, ha prevalso l’orgoglio e la competenza degli imprenditori che hanno costruito la storia del loro territorio.
“Per dar vita a questo incontro – ha detto il presidente Colella – dobbiamo dare merito anche a tutta la rete del territorio, alle amministrazioni e alla politica, che questa volta hanno risposto in modo serio e concreto, con incontri e riunioni ma soprattutto con un aiuto e con un dialogo concreto e reale. Noi siamo fuori da qualsiasi dinamica politica, lo sapete, ma non possiamo più esimerci dal confrontarci con quelle persone che sono l’espressione democratica del nostro territorio. Ringrazio tutti, senza nascondere nulla a nessuno, con trasparenza e quel pizzico di ingenuità politica che ha sempre contraddistinto il nostro operato, nella buona fede di chi opera per determinati business e non per interessi politici”.
“Una giornata molto difficile, mentre in tutta la metropoli di Napoli si stavano facendo centinaia di manifestazioni, noi siamo stati ascoltati. Abbiamo spianato la strada – ha concluso – alle logiche del dialogo tra Entroterra e Regione, spesso sottovalutato, un obbligo morale ed etico quello di riuscire a garantire al nostro territorio una dignità al pari delle eccellenze che possiede.”
Tra i punti esposti al tavolo, ritenuti cruciali, la sopravvivenza delle attività del comparto ristorativo del Sannio e Alto Casertano: necessità di un connettore permanente tra Entroterra e Regione; misure di intervento a sostegno economiche, giuste e immediate; annullamento degli oneri di competenza della Regione; invito alla Regione a portare proposte più concrete e immediate all’attenzione dello Stato.
Durante l’incontro, vivace ma sempre aperto e onesto, Cesario ha esposto le motivazioni per cui era stato ipotizzato e chiesto in anticipo un possibile lockdown regionale. Misura atta proprio ad evitare la diminuzione oraria con conseguenti e inevitabili problemi al comparto.
Preso atto della situazione e delle criticità esposte da SAC, cercando una consapevolezza comune sull’eccezionalità della situazione e della sua gravità, – si legge nella nota – si è giunti quindi ad accordare le seguenti richieste: inserimento di una premialità economica alle attività che momentaneamente sospendono l’attività, anticipando il lockdown; ingresso di Sac all’interno dei dialoghi diretti con la Regione, il Goverantore e gli uffici o la Task Force, per questioni inerenti il settore ristorazione in Campania e soprattutto nell’Entroterra.
Una presa di coscienza fattiva, concreta e reale che parte dall’assunzione in primis di una responsabilità civile. I lacci e lacciuoli imposti, condivisibili o meno, rappresentano per il comparto, soprattutto se riferito al contesto geografico in cui l’Associazione opera, una zavorra enorme per consentire una sana e oculata gestione delle proprie attività. Il rischio di default a tali condizioni è elevatissimo. Per non incorrere in questo ulteriore dramma – continuano i ristoratori nel comunicato – si ritiene necessario autoimporsi un lockdown richiedendo allo Stato e alla Regione il giusto sostegno per una situazione che nei fatti non è stata voluta da nessuno, tanto meno dal comparto turistico e della ristorazione.
Un settore che già nei mesi scorsi si è indebitato investendo per adeguarsi, riducendo i coperti, distanziando i fruitori, limitando accessi, inserendo attrezzature e procedure a tutela del cliente e della società. Sacrifici importanti ma vanificati. Un settore allo spasmo a cui ora si chiede un nuovo ulteriore sacrificio. A questo punto se chiusura dovrà essere che sia ma con tutte le tutele del caso.
Un incontro positivo, che nasce dall’impegno di Sac di rispettare la dignità e sopravvivenza dei propri associati portando alta la loro voce, partecipando a mantenere attiva una filiera impressionante di uomini e famiglie che non vogliono abbandonare la propria storia e realtà, e nemmeno illudere i propri clienti e amici con orari di apertura e chiusura difficilmente comprensibili. Un incontro che mette in campo istituzioni, imprenditori, un consulente d’eccellenza in un esempio che proprio a Napoli dimostra non soltanto violenza, vetrine spaccate, ma anche persone che si riuniscono e dialogano per risolvere problemi. Un incontro che ha aperto il dialogo e la partecipazione ai nostri lavori con altre realtà, in primis sempre presente la
rete delle associazioni di carattere Nazionale e Regionale che ci sostiene e ci guida verso trattative che arrivano a partare la nostra voce fino al Governo, ma anche la sempre più condivisa unione del territorio che sta rispondendo
compatta e facendo fronte unico in SAC, ed in fine, l’ingresso di altre realtà, come quella del neo Distretto WeCusano che aggrega oltre 50 imprenditori delle aree alle pendici del Matese, ed anche il gruppo dei Micro Birrifici Campani che con tantissime realta del territorio, sosteniamo e ci sostengono in questa battaglia per un legame di assoluta condivisione sia di valori morali ed etici che di interessi economici trasversali. Un incontro – conclude l’associazione SAC – che racconta ed esprime le esigenze di tutti e che determina la forza di un territorio.