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Rifiuti, Ruggiero attacca: “L’atto di indirizzo del Piano d’Ambito è inutile”

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“Circa 107 pagine di un documento presentato quasi come rivoluzionario in Consiglio Provinciale, ma che alla lettura, appare completamente deludente, senza prospettiva ma soprattutto senza un’idea complessiva di quale debba essere il ciclo dei rifiuti del Sannio”. Così in una nota il consigliere provinciale Giuseppe Ruggiero in merito all’Ato.

“Un documento – spiega – che non risolve minimamente la questione che attualmente tiene banco, cioè l’enorme proliferazione di iter autorizzativi di impianti per il trattamento della frazione umida dei rifiuti. Negli indirizzi si è fermamente contrari alla trasformazione dello Stir di Casalduni in un impianto di biodigestione aerobica (produzione di compost), evidenziando come questa tecnologia non sia idonea alle necessità del Sannio e come il sito non sia nella condizione di ospitare nemmeno una tecnologia anaerobica (produzione di biogas). Non poteva essere diversamente considerato che il presidente dell’Ato è anche il Sindaco di Casalduni, che invece chiede al massimo la realizzazione, in questo sito, di una piattaforna capace di trattare i materiali inerti provenienti dalla raccolta differenziata.

In ogni caso – sottolinea – se un impianto per il trattamento dei rifiutiorganici  dovrà farsi, il sito di questo va trovato altrove, in altri territori lontano da Casalduni, a seguito di una manifestazione pubblica a cui credo, in questo clima, nessuno mai risponderà. Quindi secondo questo documento i 12 milioni che sta investendo la Regione Campania per la realizzazione di un impianto aerobico nello Stir di Casalduni sarebbero letteralmente inutili. l’Atto di indirizzo invece non pone alcun limite all’intervento dei privati nella realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti, in modo particolare per la frazione organica. In questa logica si avallerebbe l’impianto aerobico di Sassinoro, realizzato da privati ed enormemente avversato dalla Provincia di Benevento, e quelli anaerobici in corso di autorizzazione nell’Area industriale di San Nicola Manfredi e nell’Area Asi di Ponte Valentino, anch’essi privati. La potenzialità di questi tre impianti è complessivamente quasi sei volte in più rispetto al quantitativo di umido prodotto nell’intero Sannio, con l’aggiunta per l’impianto di Ponte Valentino del primo inceneritore sannita.

Nonostante la Provincia abbia chiesto un limite alla capacità di accogliere i rifiuti dalle altre Province, o persino Regioni – attacca Ruggiero -, l’indirizzo deliberato dall’Ato non recepisce minimamente questa osservazione focalizzandosi essenzialmente su due questioni, la chiusura dello Stir di Casalduni e il passaggio all’Ato del centro Rae di Melizzano, il cui Sindaco Rossano Insogna e un’altro membro del consiglio dell’Ato stesso. Intanto si attende il responso dell’Università del Sannio sull’impianto in programma a Ponte Valentino, così come richiesto dal Presidente dell’ASI Luigi Barone che non si è espresso negativamente sulla possibilità di accogliere un inceneritore nell’agglomerato industriale di Benevento. In tutto questo la Regione Campania continua negli iter autorizzativi di questi impianti senza chiedersi se abbia ancora una logica continuare a spendere 12 milioni di euro per un impianto di digestione aerobica, quello di Casalduni,  avversato principalmente proprio dall’ambito ottimale dei rifiuti, mentre tanti privati giocano alla conquista del nostro territorio.

Gran parte dell’arco istituzionale ed imprenditoriale Sannita – conclude – sta tacendo e non si comprende se questo sia un silenzio interessato oppure semplice distrazione per la concomitante competizione elettorale. A questo si somma il silenzio di tante associazioni che in passato avevano fatto sentire la propria voce su iniziative molto meno impattanti rispetto alla prospettiva di un inceneritore per un impianto capace di trattare 110.000 tonnellate di rifiuti… stranezze sannite”.        

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