POLITICA
Sfiducia Piccoli, Del Vecchio duro con Valentino: “Il Pd sannita non ha più utilità”
"La verità è che il PD sannita, ormai nelle mani di uno sparuto e isolato gruppo di persone impegnate esclusivamente nella difesa del fortino, così com'è non è più una comunità politica e soprattutto non ha alcuna utilità"
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“L’interruzione anticipata e traumatica dell’esperienza amministrativa di S. Agata de’ Goti, iniziata da poco più di un anno e guidata da una compagine democratica, è solo l’ultimo atto del processo di autodistruzione del Partito Democratico del Sannio”. Così Raffaele Del Vecchio sullo scioglimento del Consiglio Comunale di S. Agata de’ Goti.
“Quello che lascia increduli è che ad organizzare l’agguato notturno al Sindaco Piccoli sia stato proprio il segretario provinciale del Partito Democratico Carmine Valentino – attacca l’esponente dem -, il quale dovrà spiegare se ha sacrificato un’amministrazione del PD per ricandidarsi lui stesso a Sindaco e qual è il prezzo che si è impegnato a pagare per coinvolgere nella congiura alcuni consiglieri di opposizione, tra i quali Giovanna Razzano, candidata in pectore alle regionali nella lista di Clemente Mastella. Se egli da consigliere comunale ha la libertà di agire come crede – anche in maniera assolutamente spregiudicata, come è accaduto – non ha la stessa libertà quando agisce come Segretario Provinciale di un partito.
In altri tempi e in partiti seri – attacca -, questi sarebbero stati elementi sufficienti per trarre le dovute conclusioni. La verità è che il PD sannita, ormai nelle mani di uno sparuto e isolato gruppo di persone impegnate esclusivamente nella difesa del fortino, così com’è non è più una comunità politica e soprattutto non ha alcuna utilità. Non esiste una segreteria provinciale e mancano del tutto una visione e una base programmatica per il nostro territorio. Queste sono cose che da tempo io e molti altri denunciamo nelle rarissime occasioni di confronto interno. Tutte parole al vento.
Eppure – prosegue – di un Partito Democratico forte, credibile e unito in questo momento ci sarebbe assai bisogno. Per contrastare i rigurgiti di una destra che in questa provincia non va mai sottovalutata e per offrire alla nostra comunità un’alternativa alla forza mastelliana. I democratici del Sannio non sono nati mastelliani e di certo non vogliono morire tali. Se, invece, qualcuno si è rassegnato o ha interesse a vedere appaltata completamente questa provincia a Clemente Mastella, lo dica chiaramente. Io e tanti altri non ci stiamo. Né vale schermarsi dietro il cambiamento del quadro politico, che vuole oggi Mastella schierato con De Luca. Altro è essere alleati, altro è essere vassalli.”