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Covid-19, a Calvi al via anche i controlli con i saturimetri

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“Continuano anche nella Fase 2 le iniziative anti COVID-19 da parte del L’Amministrazione Comunale di Calvi, presieduta dal Sindaco Rocco. Dopo una prima distribuzione di mascherine di protezione individuale a tutti i cittadini ed una seconda, differenziata, per patologie dalla FFP3 con e senza valvola a quella chirurgica, dall’utilizzo dei test rapidi COVID-19 all’elettroscanner, il Comune di Calvi ha attivato un ulteriore iniziativa: l’utilizzo dei saturimetri sia per controlli a campione che per quelli che programmati, oltre a controlli costanti su eventuali cittadini positivi al COVID-19”. Così in una nota il sindaco del centro sannita, Armando Rocco.

“È uno strumento – ha dichiarato il Sindaco Rocco – che può aiutare a capire se i polmoni stanno lavorando bene e se la febbre che abbiamo potrebbe essere un sintomo di COVID-19.Il saturimetro è uno strumento che permette di misurare la quantità di emoglobina legata a un gas nel sangue. In altre parole permette di stimare la quantità di ossigeno presente nel sangue e consiste in una pinzetta che si applica a un dito collegata a una scatoletta. Per niente invasivo, può essere impiegato con facilità anche in ambito casalingo e non solo in ambito medico ed ospedaliero. Il saturimetro è diventato lo strumento sanitario più ambito del momento insieme a mascherine e disinfettanti per le mani perché nell’attuale situazione di emergenza può essere molto utile a chi viene colpito dal Coronavirus e non è così grave da essere ricoverato, o a chi ha la febbre e teme di essere stato contagiato dal virus di COVID-19. Difatti, il virus COVID-19 attacca le vie aeree profonde ed è quello che può provocare le pericolose polmoniti atipiche. I medici chiedono a chi è in isolamento a casa di monitorare l’eventuale difficoltà respiratoria che potrebbe essere preludio di un aggravamento e del successivo ricovero. Dal saturimetro si può capire se i polmoni funzionano bene. Il saturimetro è un ulteriore mezzo che può aiutare a monitorare lo stato di salute. Con il saturimetro, infatti, si misura la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue (definita con la sigla “SpO2”).

In altre parole – conclude -, si verifica come sta andando l’ossigenazione del sangue. Quando i valori sono superiori al 95% significa che i polmoni stanno lavorando bene; quando, invece, i valori sono inferiori al 95% significa che c’è una ridotta presenza di ossigeno nel sangue (i medici definiscono questa condizione ipossiemia). Ciò significa che gli scambi gassosi tra sangue e atmosfera, che hanno luogo a livello degli alveoli polmonari, non stanno avvenendo in modo normale e adeguato. In queste situazioni il paziente incontra difficoltà a respirare: potrebbe essere in corso una polmonite e potrebbe essere necessario un ricovero in ospedale. È importante ricordare il parere del Presidente Nazionale del 118, Mario Balzoni, secondo il quale “Fornire un saturimetro a tutte le persone in isolamento domiciliare obbligatorio consentirebbe di non aspettare l’insufficienza respiratoria acuta per intervenire ed eviterebbe tante morti”. Il saturimetro è uno strumento che permette di misurare la quantità di ossigeno nel sangue e di individuare un’eventuale dispnea. “Quando il paziente lamenta dispnea, i polmoni sono già ampiamente interessati dagli infiltrati infiammatori che rappresentano la base delle polmonite virale e quindi sono in una fase clinica di maggiore gravità che li pone a un più elevato rischio complessivo di mortalità. La condizione di insufficienza respiratoria va rilevata nelle fasi cliniche assai precoci, quando non sono ancora avvertite, ma sono comunque evidenziate dalla precoce riduzione della quantità di ossigeno trasportata in circolo dai globuli rossi (desaturazione). Ecco perché un saturimetro permetterebbe alla Centrale Operativa del 118 di intervenire in tempo salvando vite. Quando la riduzione della saturazione scende al di sotto dei limiti minimi previsti per le diverse fasce d’età e le eventuali patologie concomitanti, si può anticipare il prima possibile la decisione di immediato ricovero ospedaliero. In questo modo si otterrebbe una netta anticipazione dei ricoveri e si conseguirebbe una sostanziale riduzione della mortalità”.

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