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La Gepos prende in carico i primi pazienti Covid-19: ‘Il sindaco era a conoscenza dell’accordo’

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La Casa di Cura Gepos di Telese Terme comunica la presa in carico dei primi pazienti affetti da Covid19. Il suo operato è frutto di un accordo regionale sulla gestione sanitaria dell’epidemia. I pazienti accolti – si legge in una nota – rientrano nell’ambito di delimitazione del suddetto accordo. Sono due affetti da Covid19, provenienti dall’Ospedale San Pio di Benevento, clinicamente guariti, in attesa di tampone negativo. Inoltre, la clinica ha sottoposto ad indagine i propri dipendenti, con test sierologici.

Il sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano, – continua il comunicato – era già a conoscenza dell’accordo sottoscritto e ad ora nessuna comunicazione di blocco della presa in carico è giunto alla Casa di Cura da alcuno. 

Dopo il lavoro incessante di formazione di queste settimane, si è sereni e trasparenti nell’informare la comunità di come la clinica sia pronta ad accogliere gli ammalati nella massima sicurezza.

“I nostri sforzi – ha precisato il presidente del Gruppo De Vizia Sanità,  Antonio De Vizia – sono stati orientati verso una triplice direzione: assicurare la migliore cura ai pazienti; la sicurezza degli stessi e degli operatori; per tale via la sicurezza del territorio e dell’intera popolazione telesina. Lo abbiamo fatto mettendo in campo risorse personali per dotarci del meglio, nello spirito di lungimiranza e di anticipo, che guidano da sempre la nostra personale visione della pratica sanitaria”.

Il direttore sanitario della Casa di Cura, Davide Castrianni, ha tenuto a ribadire il profilo della sicurezza perseguito per i pazienti e per gli operatori sanitari come lui: “Specifico come le procedure di gestione dei rischi adottate siano state sviluppate osservando tutte le normative esistenti, alla luce delle evidenze scientifiche a oggi presenti in letteratura. Uno è stato il principio guida: la massima precauzione, sia per gli addetti che per gli utenti. Inoltre, i protocolli di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) sono stati sviluppati seguendo le linee guida degli Ospedali a più alta intensità di cura, quali ad esempio il Cotugno di Napoli, negli ultimi giorni riconosciuto da più parti come uno dei nosocomi coi protocolli antiCovid19 migliori di Europa. Un solo esempio: tutti gli operatori saranno forniti di due camici di protezione (il protocollo ne richiede uno) oltre ai dispositivi per la protezione delle vie aeree, degli occhi, degli arti superiori e inferiori. Il personale è stato addestrato ad affrontare ogni possibile scenario”.

Angelina Aufiero, responsabile Gestione Qualità e Servizi Generali, ha tenuto a sottolineare: “In collaborazione col direttore sanitario, con il personale medico e infermieristico abbiamo lavorato incessantemente all’individuazione dei percorsi, ben differenziati,  capaci di garantire la massima sicurezza dei pazienti e degli operatori, a tutela non solo degli stessi ma della Comunità. Gli operatori e le loro famiglie sono per la stragrande maggioranza residenti della Valle Telesina. Sono i primi a esigere sicurezza e ad agire per il bene proprio e dei propri cari. Mi sento, in virtù delle mie specifiche competenze professionali, in grado di rassicurare: come si è tutelati qui credo sia difficile essere tutelati altrove “.

E poi la voce di chi è in prima linea, gli operatori sanitari. E’ stata la caposala Ketty Ianniello a parlare per tutti loro: “In questo momento di emergenza sanitaria nazionale, la Gepos dà il proprio contributo. Mi faccio portavoce di tutto il personale, sanitario e no, unito in questa battaglia. I pazienti che saranno ricoverati presso la nostra struttura troveranno le figure professionali ma soprattutto troveranno le Persone, in grado di colmare la mancanza di affetto dei familiari, impossibilitati a stargli vicino. Il nostro lavoro è una missione, come sono solita dire ‘occorre pathos’. Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo”.

“Sono orgogliosa – ha riferito infine la dottoressa Marcella De Vizia, anestesista e rianimatore – di mettere a disposizione la mia esperienza professionale, maturata anche all’IRCCS San Raffaele di Milano e presso l’azienda ospedaliera di Padova, in un momento tanto duro per il Paese. Il compito di noi medici è sempre il medesimo: riuscire a guarire, tutelando la salute pubblica in generale, quella del nostro territorio in questo momento particolare e drammatico. Noi siamo pronti”.

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