Comune di Benevento
Bando periferie, Ricciardi: ‘Ritardi e scarsa qualità progettuale. Comune convocato per verifica’
																														
															
															
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“Riguardo  lo stato d’avanzamento e il relativo riconoscimento dei fondi del  progetto “La Città di tutti, la città per tutti”, che prevede 17  interventi per il costo totale di circa 26 milioni e mezzo di euro (con  la compartecipazione di circa 8 milioni e mezzo da parte dei privati),  collegato al bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la  “riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”, dopo aver  sollecitato una verifica presso la stessa Presidenza del Consiglio dei  Ministri, ho avuto modo di appurare che il Comune di Benevento è molto indietro. Mi risulta che da Palazzo Mosti non abbiano ancora inoltrato  alcuna richiesta di rimborso delle spese, e siccome nel caso dei 96 enti  successivi alle prime 24 città finanziate, le risorse stanziate possono  essere trasferite solo a rimborso, il Comune se non dimostra di aver  oltrepassato i primi step e sostenuto delle spese non può vedersi  riconosciuto alcunché”. A scriverlo è la senatrice sannita del M5s, Sabrina Ricciardi.
“Il Comune di Benevento – spiega – ha anche inoltrato una  richiesta di rimodulazione dell’intervento “Adeguamento immobili ex  scuola Sannio” per accertata presenza di sostanze pericolose nei sette  fabbricati oggetto di trasformazione. Per di più ha presentato un nuovo  cronoprogramma senza motivare in nessun modo i nuovi tempi proposti. Per  questo motivo, il Comune di Benevento è stato convocato in audizione,  con Pec del 23 gennaio scorso, da parte del Gruppo di Monitoraggio e  verifica sull’esecuzione del programma (che opera ordinariamente presso  la Presidenza del Consiglio dei Ministri fino alla chiusura delle  attività di rendicontazione dei finanziamenti assegnati) per il prossimo  25 febbraio. Queste mancanze e questi ritardi – prosegue la pentastellata – non fanno che confermare i  dubbi relativi alla qualità del progetto complessivo e alla opportunità  della maggior parte dei singoli interventi in esso proposti, che ho  provveduto a segnalare ai competenti organi politici. 
D’altro canto il  fatto che il progetto si sia classificato ultimo, ottenendo il minimo  sindacale in termini di punteggio e soltanto grazie alla premialità  conseguita grazie alla compartecipazione privata, la dice lunga sulla  validità dell’idea di trasformazione e riqualificazione di aree e  fabbricati che il Comune ha espresso in quel lavoro. 
Molti degli  interventi in cantiere lasciano perplessi. Su alcuni di questi si  potrebbe discutere per intere settimane. Ma quello che presenta, non  solo a mio personale giudizio, le maggiori criticità e che davvero si fa  fatica a comprendere, è l’intervento previsto su piazza Risorgimento e  sull’area dove insiste il terminal bus di via Pertini, il cui costo  totale (9 milioni e mezzo di euro) rappresenta quasi la metà dell’intero  importo da finanziare. Sorvolando il fatto, di per sé pure rilevante e  che qualche legittimo interrogativo quantomeno in termini di  compatibilità dovrebbe porre, che il professionista estensore del  progetto per conto della società privata sia l’attuale dirigente del  settore Urbanistica del Comune di Benevento, tralasciando altresì la  convinzione che piazza Risorgimento e via Pertini possono essere  definite in qualsiasi modo, ma non certo zone periferiche, mi chiedo  come mai, per un’opera di così grande impatto sul tessuto cittadino non  sia stato previsto il coinvolgimento della cittadinanza, delle  associazioni, dei comitati di quartiere, degli ordini professionali a  vocazione tecnica. 
Informare, confrontarsi, manifestare le proprie  intenzioni e le proprie idee apertamente, alimentando il dibattito è un  esercizio di democrazia e di condivisione che rappresenta un passo  determinante nel ricambiare e alimentare quella fiducia che il popolo  elettore ha riposto in noi. Perché è – continua la Ricciardi – così difficile dire alla gente  “vorremmo fare questo” spiegando le proprie ragioni ed aprirsi alla  discussione e al contributo di persone che hanno a cuore le sorti di  questa città e che semmai potrebbero aiutare a correggere certi errori o  ad evitare scelte sbagliate? 
Al di là dei rilievi tecnici, economici,  ambientali, commerciali e via discorrendo, che sono stati già  magistralmente snocciolati da tecnici specializzati, addetti ai lavori e  semplici cittadini (e che sono stati tutti inseriti in una relazione  che ho provveduto a depositare presso gli organismi di controllo), non  riesco a spiegarmi come sia possibile non considerare il pericolo di  congestionamento del traffico veicolare, che rischia il collasso nelle  ore di punta, derivante dalla prevista delocalizzazione del terminal bus  presso la stazione Fs: i pullman in arrivo in città dovranno comunque  scaricare gli studenti nei pressi del polo scolastico di piazza  Risorgimento (che conta complessivamente quasi 5mila alunni, metà dei  quali fruiscono dei pullman extraurbani) e poi dirigersi verso la  stazione centrale, attraversando la città anziché sostare nell’area di  via Pertini, per poi farvi ritorno quando gli toccherà fare il tragitto  inverso per caricare gli studenti e lasciare la città. 
Qualcuno ha  pensato che la zona alta della città (quella che va dal quartiere  Pacevecchia fino a piazza Risorgimento ed è attraversata da Viale  Mellusi e Viale Atlantici con relative traverse), oltre che dal polo  scolastico di piazza Risorgimento e da moltissimi altri plessi, è già  gravata dalla presenza di numerose strutture di pubblico servizio  (tribunale, Inps, Provincia, Asl, Ospedale San Pio, Questura,  Carabinieri, Polstrada) e attività commerciali e di ristorazione di  piccola e grande distribuzione? Come intendono ovviare o da quali dati  sono confortati al Comune di Benevento nel valutare come ininfluenti sul  piano del congestionamento della mobilità urbana della zona alta, oltre  al suindicato spostamento del terminal bus che non cancellerebbe il  passaggio dei bus extraurbani (ma anzi lo renderebbe più impattante), i  futuri insediamenti da aggiungere al parcheggio e agli annessi locali  commerciali da realizzare a via Pertini, come ad esempio i 5mila metri  quadrati di superfici commerciali previsti presso il palazzo ex Inps di  Via Calandra, o il centro direzionale con concentrazione di uffici  pubblici statali progettato presso l’ex scuola allievi carabinieri? E’  come se a Benevento esistesse una sola zona in cui racchiudere tutti i  servizi e le attività commerciali e il resto della città meritasse di  finire nel dimenticatoio. 
Ditemi voi – conclude la senatrice – se questo non è un tentativo di  marginalizzazione dei quartieri popolari: e la cosa più scioccante  quanto paradossale, è che lo stanno perpetrando con i fondi destinati  alla riqualificazione delle periferie. E’ come praticare l’eutanasia ad  un ammalato grave somministrandogli il farmaco letale dopo averlo  acquistato coi soldi destinati alla cura e alla ricerca”.  
							
							



