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ENTI

Di Maria chiede nuovamente alla Regione la rimozione delle ecoballe

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“Così come affrontata dal Vice Presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, la vicenda Samte merita non poche puntualizzazioni per avviare in perfetta connessione del rapporto spazio-tempo gli impegni assunti e i programmi di investimenti.

Il tutto – scrive in una nota il presidente della Provincia, Antonio Di Maria – per rendere finalmente noto quali siano le titolarità funzionali, le responsabilità e gli obiettivi in relazione alla applicazione della Legge regionale n. 14 del 2016 con la quale il Governo regionale ha voluto regolamentare il ciclo integrato dei rifiuti.

Una prima riflessione: se la Legge regionale, che ha istituito degli Enti d’Ambito rifiuti, che a loro volta dovevano produrre il Piano d’Ambito che doveva individuare il nuovo Soggetto gestore in sostituzione delle Società provinciali, avesse avuto corretta e puntuale applicazione, non ci sarebbe mai stato un caso Samte.

Questo perché – aggiunge Di Maria – tutti i dipendenti sarebbero transitati nei ruoli organici del nuovo Soggetto gestore: solo così i dipendenti, garantiti dalla clausola sociale, avrebbero visto affermati i propri diritti.

Dopo tre anni e mezzo la legge regionale non ha prodotto nulla se non qualche Ente d’Ambito che in un solo caso ha generato un mero studio di fattibilità.

La mancata attuazione della Legge dopo tanto tempo non può che significare che la legge non è attuabile ovvero che la Regione non è intervenuta come il sistema meritava ovvero attuando i poteri sostitutivi.

L’intero sistema regionale – prosegue nella nota – è tuttora confinato e regolato dalle pastoie normative disciplinanti la fase transitoria di passaggio delle competenze dalle Province ai Comuni attraverso la costituzione degli EDA.

Così ci si accanisce nei confronti delle Società provinciali, senza tenere conto del carico di inadempienze, ritardi ed anomalie gestionali in cui versa l’intero sistema gestionale.

La sterilità dell’impianto norma regionale ha prodotto ulteriori conseguenze sul piano territoriale: la Samte è tra le prime vittime della precarietà causata dal sistema per assenza di adeguata programmazione.

Vero è – spiega ancora il numero uno della Rocca – che una Società nata per un effetto di una legge disapplicata sin dalla sua genesi non poteva che concludere il proprio percorso con l’avvio di una procedura di liquidazione. Così come è stato necessario fare.

Del resto, altre norme come la Legge Madia e quelle regolanti la crisi d’impresa hanno contribuito a rendere ormai improcastinabile una presa di coscienza dello stato di crisi in cui versava da tempo la Samte.

Sempre nel rispetto del rapporto spazio-tempo preme precisare che il Piano industriale al quel fa riferimento il Vice Presidente Bonavitacola è datato 2016 ed è susseguente alla presentazione della proposta di Concordato relativa al periodo gestionale 2010-2016 nel corso del quale sono stati accumulati ben 20 milioni di Euro di debiti gestionali. Una enormità maturata in quel periodo di cui nessuno ha avuto la sensibilità di accorgersene in tempo utile.

Dal 2016 la Società ha accumulato altri 5,5 milioni di debiti senza che si sia minimamente messo mano alle cause determinanti la crisi di impresa così come bene evidenziati dai Commissari giudiziari e dalla relazione del Ministero dell’Economia e Finanze nell’ottobre del 2018 in  sede di ispezione contabile presso la Società.

Questa Presidenza, insediatasi solo nel novembre 2018, ha tentato di continuare il ruolo di supplenza al sistema regionale attraverso la partecipata Samte, con atti concreti: con finanza propria per circa 500mila Euro si sono avviati i lavori per rimuovere le cause del sequestro della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte; inoltre, per quanto possibile, si è sostenuto la Società partecipata fino ad un soccorso amministrativo-finanziario invocato dalla stessa Società per evitare il disastro ambientale causato dal percolato presso i siti dismessi. Questi siti, poi, che l’Ente Provincia continua a gestire nell’interesse del sistema, sono – è bene precisarlo – per la gran parte pieni di rifiuti provenienti di altre Province.

La Regione – prosegue Di Maria – ha rimosso le ecoballe: ma questo fa parte del suo dovere; la Provincia ha invece continuato ad andare oltre le proprie ordinarie funzioni nel momento in cui a settembre scorso ha messo a disposizione un sito per stoccare 12mila tonnellate di ecoballe per contribuire a non fare esplodere una crisi di sistema regionale le cui cause non sono state ancora arginate.

Ancora una volta la Provincia si è assunta la responsabilità di sostenere un sistema bloccato nella fase transitoria tentando di mantenere in vita la Samte per evitare la interruzione delle attività in corso mantenendo in piedi un rapporto di lavoro in modo tale da poter assicurare un futuro ai dipendenti della Società.

Le incapacità e i gravi ritardi che si vogliono attribuire alla Samte sono invece diretta conseguenza di un sistema regionale che non è mai partito ed è regolato da una legge che non ha ancora trovato la sua attuazione.

E’ bene dire, per ragioni di chiarezza con la storia e con il territorio, che questa Presidenza all’atto del suo insediamento ha trovato una situazione disastrosa segnata dalla inutilizzabilità di entrambi gli impianti di proprietà bloccati per effetto di un devastante incendio dell’agosto 2018, al quale ne hanno seguito altri, e per il sequestro della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte.

Si ricorda poi la situazione societaria in strutturale crisi aziendale che faceva seguito ad una procedura di concordato liquidatorio/continuità approvato nei primi mesi del 2019.

La perdita sostanziale di funzioni in ambito rifiuti – conclude Di Maria – ha indotto questa Presidenza a chiedere all’Ente d’Ambito di sostenere la Samte indicandola come Soggetto destinato a continuare la gestione degli impiantista in uso. La risposta dell’Eda è stata affidata ad un fragoroso silenzio: nonostante la posizione dal Vice Presidente Bonavitacola nei confronti di questa Provincia, per senso di responsabilità, continuiamo ad offrire concretezza alle difficoltà del sistema regionale concedendo una proroga (ed ultima) di trenta (30) giorni alla rimozione delle ecoballe per un ennesimo impegno non mantenuto con fiducia si attendono gli atti formali e sostanziali da parte della Regione Campania per dare concreta attuazione agli impegni assunti con questa Provincia nell’accordo sottoscritto nella locale Prefettura di Benevento”. 

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