“Egregi rappresentanti dello Stato
Italiano, oggi, a malincuore, abbiamo assistito a una scena che aveva
dell’inverosimile: in un’area pedonale, che in base alle leggi in
vigore in Italia è chiusa a tutti i veicoli tranne che alla
biciclette, abbiamo visto le automobili delle forze dell’ordine
fermare i beneventani che usano la bicicletta per spostarsi in città,
rinunciando ad usare l’automobile e contribuendo in tal mondo a
ridurre l’inquinamento atmosferico cittadino. Purtroppo eravamo
abituati a vedere più volte le volanti di carabinieri, polizia e
guardia di finanzia attraversare l’area pedonale di Corso Garibaldi
senza avere il lampeggiante acceso e senza essere in servizio di
emergenza, infrangendo palesemente l’articolo 3 del codice della
Strada, ma abbiamo sempre lasciato stare. Questo avvenimento ci
costringe a denunciare alla Procura della Repubblica il mancato
rispetto di tale divieto di transito da parte delle forze dell’ordine
ed in particolare da parte degli uomini della Guardia di Finanza i
quali, non hanno, né possono avere, la possibilità di transitare
lungo un’area pedonale o peggio ancora di parcheggiare in un’area
pedonale”. Così in una nota il Comitato Cittadini in Bicicletta di
Benevento.
“Ricordiamo infatti, qualora ve ne
fosse bisogno – spiega il Comitato -, che il Corso Garibaldi di
Benevento è un’area pedonale, per cui, come sancito dall’articolo 3
del Codice della Strada, essa non può essere percorsa dai veicoli a
motore delle forze dell’ordine, a meno che non siano in servizio
urgente di emergenza. Il transito nelle aree pedonali, come
evidenziato dalla legge italiana, è infatti consentito solo ed
esclusivamente ai velocipedi, ovvero alle biciclette, e ai veicoli
che abbiano ingombro e velocità tale da essere assimilati ai
velocipedi. Il transito delle vostre automobili lungo l’area pedonale
va quindi contro la legge in vigore in Italia e per tanto appare
decisamente fuori luogo l’atteggiamento repressivo nei confronti dei
cittadini beneventani che utilizzano la bicicletta posto in essere
dai vostri sottoposti, i quali oggi hanno ripetuto l’atteggiamento
dei nazisti tedeschi durante l’occupazione militare dell’Italia
dall’8 settembre ’43 al 25 aprile ’45. Solo durante questo periodo
era infatti possibile vedere dei posti di blocco finalizzati a
fermare i pericolosi “banditen” che si muovevano in bicicletta.
Facciamo presente – aggiunge la nota
– che nelle altre città italiane i carabinieri, i poliziotti e la
guardia di finanza circolano nelle aree pedonali proprio in
bicicletta o con altri veicoli senza motore, anche con i cavalli, se
necessario, ma mai in automobile, in quanto, nel resto delle città
italiane, il rispetto delle regole viene considerato fondamentale da
parte dei rappresentanti delle forze dell’ordine, i quali vengono
pagati per far rispettare le regole e dovrebbero essere i primi a
rispettarle. Invitiamo quindi la stazione locale dei Carabinieri e la
Guardia di Finanza a dotarsi di biciclette o veicoli che siano
assimilabili alle biciclette per ingombro e velocità in modo da
transitare lungo l’area pedonale nel pieno rispetto delle leggi in
vigore in Italia, come già fecero a suo tempo la Questura e ancora
prima il Comando dei Vigili Urbani di Benevento (a proposito: perchè
pur avendo le bici i vigili urbani continuano ad infrangere la legge
circolando con le auto nell’area pedonale? Porgeremo questa domanda
alla Magistratura competente). Facciamo inoltre presente che
l’ordinanza sindacale che istituisce il divieto di circolazione alle
biciclette nell’area pedonale di corso Garibaldi è sprovvista di
motivazioni, né fa riferimento ad un articolo del codice della
strada infranto, quindi non si verificano quelle condizioni per cui
l’atto legislativo del sindaco, ovvero emesso da un organo
periferico, possa andare contro l’atto legislativo emesso da un
organo centrale, cioè dello Stato Italiano. Voi, carissimi
rappresentanti delle forze dell’ordine dovete rappresentare dapprima
lo Stato Italiano e le sue leggi. Come voi ben sapete, infatti,
essendo l’area di Corso Garibaldi larga fino a 12 metri, non esistono
né mai potranno esistere le “condizioni particolari” tali da
rendere necessaria una limitazione al transito delle biciclette,
visto che l’ampiezza della strada garantisce la sicurezza dei pedoni
in ogni condizione. Fummo del resto stesso noi del comitato cittadini
in bicicletta a raccogliere ben mille firme per presentare al Sindaco
la proposta di limitare il suo divieto al sabato e alla domenica
dalle 18 alle 22, ovvero quando l’area pedonale è molto affollata e
le bici potrebbero essere d’intralcio a di pericolo ai pedoni:
purtroppo non fummo ascoltati.
A tal proposito – scrive il Comitato
– ricordiamo che alcuni beneventani che usano la bici per recarsi al
lavoro perchè non vogliono inquinare, hanno ricevuto delle multe dai
locali vigili urbani, che sono state contestate in Prefettura: fin ad
ora tutti i ricorsi sono stati vinti, visto che, essendo l’ordinanza
sprovvista di motivazioni, ed avendo l’agente di polizia locale che
ha redatto il verbale definito la bicicletta come un veicolo a motore
che inquina, non vi sono, né mai vi potranno essere gli estremi per
multare chi va in bicicletta in un’area pedonale in quanto non vi
sono articoli del codice della strada che vengono infranti da chi
pedala in un’area pedonale se questi rispetta il limite di 10 km/h e
se non è mai di pericolo o di intralcio ai pedoni. Ricordiamo
inoltre che da qualche anno la comunità mondiale, in particolare
l’ONU, la UE e altre organizzazioni sovranazionali, hanno avviato
pratiche di prevenzione degli inquinamenti, ed in particolare di
riduzione delle emissioni di CO2, adottando politiche di incentivo
dell’uso della bicicletta e contestuale disincentivo all’uso
dell’automobile, come si può ben notare in qualsiasi città
d’Italia, d’Europa e del Mondo, dove, per aumentare il numero di
persone che usano la bici, le istituzioni creano aree a loro
dedicate, come ad esempio piste ciclabili oppure aree pedonali
(ribadiamo che per legge un’area pedonale è un’area riservata al
transito delle biciclette e dei pedoni), arrivando fino a retribuire
economicamente chi usa la bici per andare al lavoro (in Francia, in
Belgio, in Olanda, in Germania, in alcune città italiane come ad
esempio Bari). Inoltre la città di Benevento risulta essere una
delle 10 città più inquinate d’Italia, pur non avendo una grande
zona industriale, come dimostrato dalla necessità da parte del
sindaco di chiudere le strade cittadine al traffico veicolare almeno
10 giorni all’anno, per cui si renderebbe necessario adottare
pratiche di riduzione delle emissioni di CO2 anche nella nostra città
e non pratiche di criminalizzazione di chi non emette CO2.
Per questo motivo – sottolinea la
nota – l’uso della bicicletta dovrebbe essere incentivato dalle
istituzioni e non criminalizzato: trattare chi usa la bici come un
delinquente non incentiva di certo l’uso della bicicletta. A questo
aggiungiamo che nella città di Benevento almeno una volta a
settimana una cittadina o un cittadino viene travolto dalle
automobili e finisce all’ospedale, spesso mentre attraversava sulle
strisce pedonali o addirittura mentre camminava sul marciapiede, per
cui il disincentivo all’uso dell’automobile è un’urgenza anche per
questioni di salute pubblica e di incolumità dei cittadini, alla
quale voi dovreste tenere. E’ proprio per l’alta pericolosità degli
automobilisti beneventani che chi usa la bici si vede costretto a
transitare lungo Corso Garibaldi: dal lunedì al venerdì le strade
limitrofe all’area pedonale sono una vera e propria giungla, con auto
parcheggiate sui marciapiedi, in doppia o tripla fila, spesso
tollerate dai locali vigili urbani, mentre l’area pedonale di Corso
Garibaldi, dal lunedì al venerdì è deserta ed è difficile che si
possano incontrare assembramenti di persone tali da rendere
pericoloso il transito delle biciclette. Ad ogni modo, se proprio
credete che alcuni beneventani sono da considerarsi criminali perchè
usano la bici per andare al lavoro (perchè non vogliono inquinare) e
transitano lungo l’area pedonale del Corso Garibaldi (perchè non
vogliono morire in incidente) allora vi consigliamo di fare proprio
come facevano i nazisti contro gli italiani che usavano la bici dal
1943 al 1945: sparateci, preferiamo essere uccisi da voi piuttosto
che da qualche automobile.
Assicurandovi che tale missiva sarà
presentata, in copia, anche ai vostri comandi regionali – conclude
-, al ministero della difesa, al ministero dell’ambiente, al
ministero dei trasporti, al Parlamento Europeo e a tutte le testate
giornalistiche locali e nazionali, e che il mancato rispetto da parte
vostra dell’articolo 3 del codice della strada verrà segnalato alla
Procura della Repubblica, i beneventani che usano la bici per andare
al lavoro perchè non vogliono inquinare vi porgono i migliori auguri
di buon lavoro”.