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Caccia al cinghiale, i dubbi di Federcaccia e Enalcaccia sul disciplinare regionale

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“Dopo diversi giorni dall’uscita del disciplinare di caccia al cinghiale ci auguravamo che il Servizio Territoriale Provinciale di Benevento – Ufficio Caccia – ci convocasse per uno scambio di opinioni sul disciplinare annata venatoria 2019/2020, ma, vista la sordità di taluni uffici sollecitati anche dalle altre associazioni venatorie, le scriventi associazioni venatorie, unitamente ai capocaccia e appassionati di questa disciplina, hanno ritenuto di mettere in evidenza alcuni limiti dello stesso disciplinare e di porre dovuti quesiti. ”

Così il presidente provinciale Federcaccia Benevento, Claudio Rosato e il presidente provinciale Enalcaccia Benevento, Gianpiero De Lucia, che, riportando alcuni articoli del disciplinare regionale sulla caccia al cinghiale, muovono dubbi e chiedono un confronto con le istituzioni.

In relazione all’art 3, Rosato e De Lucia scrivono: “Perché un capocaccia, dopo aver inviato entro il 9 agosto la domanda ed allegati con marca da bollo da 16,00 €, protocollando un atto ufficiale e immodificabile al SIT, è obbligato nuovamente a inviare in formato WORD (ovvero in un formato anche modificabile) la stessa domanda? Così facendo, in più si appesantisce la macchina burocratica e si caricano ulteriormente i capicaccia di obblighi tutto sommato poco utili.”

Sull’art 4: “Perché – interrogano i due presidenti – non è consentito di apportare variazioni in aumento dell’organico della squadra dopo la presentazione della richiesta di autorizzazione, salvo che si tratti di cacciatori neo-abilitati? E quei cacciatori che praticano solo questa caccia e che sono hanno il porto d’armi al rinnovo non iscrivibili negli elenchi entro al 9 agosto non vanno a caccia? In poche parole hanno pagato ATC e tassa regionale inutilmente?

Se una squadra è composta da 30 persone e nel frattempo, dopo il 9 Agosto e a decreto ottenuto e relativo consenso a cacciare nella AVCC N° tot, uno o più componenti vengono a mancare, a quella squadra verrà revocata la AVCC? E se vi saranno due squadre che concorreranno per la stessa AVCC a chi andrà la zona?”

Art 5: “I criteri sui punteggi per l’assegnazione delle AVCC non sono sempre chiari; fare la differenza tra residenti e non residenti va pur bene ma senza metter un limite massimo di 80 punti per residenti! Inoltre bisognerebbe premiare con un punteggio maggiore quelle squadre che hanno case di caccia certificate dalla Regione Campania e che hanno dimostrato di aver una gestione oculata in tutta la filiera, valutare lo storico dei capocaccia che negli anni hanno saputo tener coese squadre grazie anche alla loro esperienza e la capacità di organizzazione sul territorio.

Il limite di defezione superiore al 10% tra il numero dei cacciatori presenti in domanda e il numero di tesserini venatori andrebbe eliminato, perché, ipotizzando che una squadra di 40 componenti ha una defezione del 10% il numero dei componenti scende a 36 perde il diritto sull’AVCC, invece una squadra di 30 persone che concorre per la stessa AVCC avrebbe il permesso di cacciare anche se non tutti residenti.

Art 16: L’informativa del catasto incendi, obbligo ex art 16 di codesto disciplinare, deve essere certificato dal comune in forma scritta? Anche per eventuali controlli dei Carabinieri Forestali di zona? E se vi è un incendio dopo l’assegnazione della AVCC ci sarà una sua riperimetrazione? E se si, in che termini?

Art 18: La girata è una metodologia di gestione faunistica quasi chirurgica, generalmente usata in Parchi, Oasi, AFV, ZRC etc. proprio per tamponare il “problema cinghiale”, ma arrecare il minor disturbo possibili a specie animali o vegetali protette da codeste zone.

La girata segue i principi della gestione faunistica sostenibile ed adattativa. Indicare alcune zone come zone di girata fissa significa non seguire più questi principi. Inoltre il piano di gestione e controllo del cinghiale in regione Campania ancora vigente indica: “Il gruppo di girata sarà composto da otto cacciatori, con un solo cane limiere in possesso di abilitazione Enci condotto da un cacciatore abilitato ed iscritto all’Albo Regionale dei cacciatori in Girata”. Nell’articolo questo non è indicato. Si può andar con 1 cane, più cani? Devono avere abilitazione Enci o no?”

“Conoscendo la mobilità notturna del cinghiale mediamente tra 40 e 100 km- aggiungono Rosato e De Lucia – fare richiesta 5 giorni prima dell’approvazione della domanda risulta poco inutile alla risoluzione del problema, avrebbe più senso far fare ai capocaccia di una AVCC una richiesta anche nella stessa mattina tramite pec per la zona di girata, per indicare gli spostamenti dei cinghiali dalla AVCC a zona bianca.

Tanto inciderebbe meglio sulla zona di rifugio di quella popolazione di cinghiale. Resta inteso che tale attività andrebbe correttamente svolta solo dai capo caccia delle AVCC in quanto hanno già dimostrato la capacità di organizzazione e coesione tra diversi soggetti delle squadre, invitando chi non è riuscito a comporre una squadra ad aggregarsi obbligatoriamente con la squadra più vicina o al massimo del comune limitrofo.

Oggettivamente questo eviterebbe la creazione di ulteriori mini- squadre e possibili “conflitti”! Inoltre va sottolineato che vi sono alcune AVCC non proprio in sicurezza e con confini artificiali ben definiti, oltre ad alcune AVCC con troppa estensione (Es. di 3800 ha circa, che corrispondono a 7600 campi da calcio), a volte talmente eccessiva da non poter essere coperta da una squadra di 30 persone.

Se si pensa che il tiro utile di una carabina nelle nostre zone collinari è di circa 150m, viste le conformità territoriali e calcolando che le poste devono poter essere viste da ogni lato a 50 m dalle altre, ipotizzando che vi sono in una squadra 30 componenti (5 canai e 25 poste) si coprono al limite 20 ha.

Ed ancora, le squadre che hanno facoltà di tabellare tutto il perimetro delle AVCC escludono così tanto terreno utile anche alle altre tipologie di caccia (beccaccia, lepre, tordi, volpi, etc). Ci si continua a dimenticare che i 3⁄4 degli appassionati dell’attività venatoria della Provincia di Benevento non svolgono questa disciplina.”

“Ci auspichiamo – concludono Rosato e De Lucia – oltre a un chiarimento in merito al disciplinare, un confronto serio e rispettoso dei ruoli tra istituzioni e mondo venatorio, dando come sempre la disponibilità a fornire tutte le nostre risorse e competenze specifiche per la risoluzione del problema cinghiale. Conosciamo bene di che entità sia il problema “cinghiale”, sia per la sicurezza in genere che per il mondo agricolo.

In ultimo siamo disponibili ad effettuare censimenti di avifauna sul territorio della Provincia di Benevento, coordinati dal SIT di Benevento, per verificare la presenza di prole o cove ed in assenza, consentire gli appassionati di poter avviare allenamenti per il benessere e la salute dei propri ausiliari, tenendo conto che sono fermi dal 31 di gennaio. Il Servizio Territoriale Provinciale di Salerno – Ufficio Caccia già ha effettuato relativo decreto con permesso di uscire al 4 agosto.

Vogliamo ricordare anche che gli appassionati dell’ars venandi in primis sono cittadini. E come cittadini tutti pagano nella stessa maniera ed hanno innanzi le leggi gli stessi diritti e doveri.”

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