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E’ più bello insieme, Romano: ‘Al fianco di familiari e disabili vittime di un’ingiustizia’

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“La storia del Centro per disabili “E’ più bello insieme” – dopo il vivace scambio di carte e di vedute dell’anno scorso fra il Comune di Benevento e la cooperativa “La Solidarietà” che lo gestisce – sembrava avere trovato un punto di accordo in attesa di definire le soluzioni burocratiche, per salvare il bene supremo rappresentato da quel centro: che non è il valore dell’immobile o dell’affitto che il Comune ne potrebbe ricavare, né gli eventuali proventi della cooperativa che lo deve gestire, ma il senso di appartenenza che provano la quarantina di disabili e le loro famiglie nel frequentarlo che lo hanno difeso anche con la forza della disperazione. Sembrava, dunque, trovato un accordo temporaneo.
Ma ecco, sempre sotto le ferie, – scrive Serena Romano della ‘Rete Sociale’ – che il Comune lo ha chiuso all’improvviso dopo avere revocato alla Solidarietà il diritto di gestirlo. Con quale motivazione? Noi ci siamo opposti a tutte le motivazioni sollevate, impugnando la decisione, nonché facendo ricorso al Difensore Civico della Regione Campania e chiedendo – come è nostro diritto e come hanno fatto anche i familiari dei disabili – di partecipare al procedimento amministrativo per la revoca dell’autorizzazione.
Questa volta, però, senza entrare nel merito “legale” di tali motivazioni – di cui si stanno occupando i nostri avvocati e le istituzioni competenti – vogliamo sottolineare quanto siano “ingiuste” ricorrendo alle parole dello scrittore, Erri De Luca quando gli è stato chiesto: “La comandante della nave Rakete, nonostante il blocco imposto dal Governo, è entrata nel porto di Lampedusa: come va giudicato il suo gesto? Era giusto, considerate le gravi condizioni sanitarie dei migranti? Ma non era illegale, visto che contravveniva ad una legge dello Stato italiano? Insomma, qual è la differenza tra Legalità e Giustizia?”.
E De Luca ha risposto: “Giustizia e Legalità non sono la stessa cosa e non sempre collimano. La Giustizia è un sentimento, innato nell’uomo: tant’è vero che un bambino, prima di giudicare se una cosa è bella o brutta, esclama “non è giusto!” se ritiene che qualcosa non lo sia. Il senso della Giustizia, dunque, è profondamente radicato nell’animo umano e per esso si è disposti anche a rischiare e morire. Nel caso di quei migranti, suggerisce che la vita umana è un bene supremo e che la legge che lo ignora, dunque, è ingiusta. Spesso ci sono state leggi ingiuste poi, fortunatamente, modificate”.
Il paragone con il caso di Benevento – forse a prima vista esagerato – in realtà non lo è. Perché da quando è nata questa diatriba burocratica, si è dimostrata profondamente ingiusta nel farne pagare le spese solo ai disabili. Eppure – aggiunge la Romano – le soluzioni per rispettare la legalità, senza distruggere un bene per loro prezioso e insostituibile, c’erano e ci sono: ma non sono state prese in adeguata considerazione. Con quali conseguenze? Solo chi ignora i sacrifici, lo stress e i costi che una famiglia con un disabile deve affrontare quotidianamente, può affermare a cuor leggero che i disabili hanno in dotazione un voucher da spendere dove vogliono se “E’ più bello insieme” chiude: affermazione falsa e ingiusta.
Falsa, perché i vaucher per il mese di luglio non sono stati erogati, inoltre, non essendoci altri Centri accreditati a Benevento, i voucher andrebbero spesi nella Valle Telesina o nella zona del Tammaro; ingiusta perché finisce per valutare di serie B i sentimenti di un disabile, non tenendo conto che quel centro non è solo uno spazio da appaltare, ma la sua casa, frequentata dai suoi amici diventati tali negli anni, tessendo fili invisibili ma insostituibili di relazioni umane. Perciò – conclude la Romano – noi tentiamo in genere di difendere la bandiera della Giustizia: specie quando altri la calpestano utilizzando lo scudo della Legalità”.