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CULTURA

“Riverberi – Appia in Jazz”, si chiude con la Battaglia delle Forche Caudine e la Banda del Bukò

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Ultimo e decisivo atto per l’edizione 2019 di “Riverberi – Appia in Jazz”. Il festival diretto da Luca Aquino si chiude domani a Forchia, con il recupero della data prevista per la serata inaugurale del 12 maggio, poi rinviata a causa del maltempo.

L’appuntamento è per le ore 19.00 in Viale Forche Caudine, con la Rievocazione Storica della Battaglia delle Forche Caudine a cura dell’associazione “Benevento Longobarda”. A seguire Anteo Di Napoli racconterà “I Tromboni di Fra’ Diavolo”, il noto eroe popolare che ha compiuto le sue imprese proprio lungo l’Appia Antica. Si chiude alle 21.00 con il concerto della Banda del Bukò, che presenta il progetto “Tartarughe sui Pattini”.

Ricordiamo che al seguito della carovana di Riverberi c’è la mostra fotografica “Belvederi e Paesaggi sull’Appia Antica”, curata da Luca Vernacchio con scatti dei coni ottici dell’Antica Direttrice Romana.

L’accesso agli spettacoli è totalmente gratuito. Previsto anche un aperitivo-degustazione con vini e prodotti del territorio offerti dalla crew di Riverberi.

La Banda del Bukó nasce come laboratorio d’idee, di condivisione, di ascolto, di pratica musicale e pratica di vita felice. In questo laboratorio la banda ha dimostrato di essere strumento d’integrazione di musicisti professionisti e non professionisti che insieme hanno collaborato e lavorato come una ditta di costruzioni per erigere tanti palazzi fatti di armonie, allegria ed energie positive – elementi che solo la musica riesce a mettere in circolo nell’aria. Per far ciò sono serviti tanti operai-musicanti e, pertanto, quello che sembrava all’inizio essere un assembramento di pochi uomini armati di strumenti per fare musica diviene un appuntamento che vedrà una vera a propria banda produrre materiale energetico e poetico capace di dare alle persone che ascoltano voglia di costruire e stimolo alla riflessione sul collettivismo quale unica forma di emancipazione dalla tristezza e monotonia di una società sempre più disaggregante.

La Banda del Bukó nasce presso il Circolo Virtuoso Bukó, uno dei posti dove il gruppo ha lavorato per creare ciò che ora ha tra le mani. Insieme al materiale della banda saranno in circolo nell’aria frammenti di esperienze condivise e non, genuflessioni di artisti e meno artisti che vogliono scendere dalle nuvole per ritrovare l’umidità in testa e non sotto i piedi. La Banda del Bukò, composta da persone più o meno giovani, professionisti e non, è legata da un forte amore per la musica ed ha come obiettivo quello di rafforzare il legame musica-società: scendere metaforicamente e fisicamente, nelle piazze, per le strade. Una musica per la gente e tra la gente; un esperimento sociale che dona alla Banda del Bukò un tocco di originalità. Questo esperimento sociale, legato alla natura permeabile della band, ha fatto in modo che, in quasi sei anni di attività, la Banda del Bukò arrivasse a coinvolgere circa 50 persone, ovviamente non tutte in modo permanente. Alla base del successo di questa originale banda, nata nel novembre del 2013, c’è la voglia di mettersi in gioco costantemente.

Il primo album “Rosmarinus” uscito nel luglio 2015 e sponsorizzato dalla Croce Rossa Italiana ha lanciato la banda. Infatti grazie ai primi risultati ma soprattutto alla costanza, alla dedizione e ad un forte spirito di sacrificio, la banda ha preso parte a numerosi eventi di spessore sia nel beneventano che nel napoletano fino a raggiungere la Puglia. Sull’onda del successo, la banda ha acquistato un fama tale che li ha portati a prender parte ad eventi di rilievo nazionale come la manifestazione musicale “Riverberi” dove la banda ha partecipato per ben due anni consecutivi (2014-2015); il Pistoia Blues Festival (2015) ed il Festival Metropolitano Bari in jazz diretto noto trombettista Luca Aquino (2016). L’impegno nel sociale li ha spinti a tenere un laboratorio musicale nella Casa Circondariale di Benevento dove i detenuti sono entrati in contatto con uno dei più nobili mezzi di comunicazione: la musica.

Nel 2017 ha partecipato al festival “Karnival der Kulturen” a Berlino insieme ad altre realtà musicali provenienti da più parti del mondo. Attualmente la banda è composta da Mohammed Matar (percussioni), Giovanni Serena (batteria), Giampaolo Vicerè (fisarmonica), Francesco De Luca (basso elettrico), Emanuele Pontoni (sax soprano), Danilo Romano (voce e armonica), Francesca Mazzoni (voce), Giovanna Salvo Rossi (voce), Vincenzo De Ianni (sax tenore), Benedetta Iele (voce), Vincenzo Stefano Franzese (chitarra elettrica), Antonio Cecere (percussioni), Fernando Zotti (tromba), Pippo Petrillo (basso tuba), Antonio Esposito (sax baritono), Andrea Persone da Banda Adriatica (tromba) e Rocco Di Cicco da Sassinfunky Street Band (tromba).

TARTARUGHE SUI PATTINI – La Banda intende costruire attraverso la sua musica ponti reali tra diverse culture. “Tartarughe sui Pattini” è una metafora che descrive il carattere multiforme, sfaccettato, lento ma tenace della Banda del Bukò. Rappresenta un modo di viaggiare inatteso e scatenato, al di fuori di ogni immaginazione… almeno per un tartaruga, la quale, dismessi i pattini, può tornare al suo lento ritmo. Un apparente ossimoro che prevede la rielaborazione di alcuni ritmi e melodie provenienti da tradizioni musicali dell’est-europa, rappresentando quell’oriente punto di approdo della Via Appia, riallacciandosi così al tema del Festival.

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