CRONACA
Operazione ‘Forever’, blitz antidroga a Benevento: condanne da 6 a 20 anni

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Condannati i sei imputati che avevano scelto il rito abbreviato dopo l’arresto per il blitz antidroga della DDA di Napoli e della Squadra Mobile di Benevento nell’operazione del luglio 2018 denominata ‘Forever’: dovevano rispondere a vario titolo di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti aggravata dalla disponibilità di armi e dalla ingente quantità di droga operante nella città di Benevento e provincia, nonché di un numero impressionante di cessioni di droga quali cocaina, crack, marjiuana ed hashish.
Il Gup presso il Tribunale di Napoli – Fabio Provvisier – nel tardo pomeriggio di ieri ha condannato il 35enne Nicola Fallarino a 20 anni, il 25enne Giuseppe Fallarino a 16 anni, il 29enne Emanuele Tesauro a 12 anni, il 47enne Roberto Ferrara a 11 anni e 4 mesi; 6 anni, invece, al 27enne Aldo Pugliese e al 24enne Matteo Ventura.
Il Gip partenopeo, discostandosi in parte dalle conclusioni rassegnate dal PM della DDA di Napoli, e sposando invece le osservazioni dei difensori di Pugliese (avvocato Valeria Verrusio), e di Matteo Ventura (difeso dal legale Marianna Febbraio), ha assolto i due giovani dal reato di associazione a delinquere e li ha condannati solo per i plurimi episodi di spaccio contestati.
L’ipotesi accusatoria riguardante la partecipazione all’associazione ha invece retto per gli altri quattro imputati. Come si ricorderà, erano state diciotto le persone tratte in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip partenopeo .
Servizi di pedinamento, sequestri di droga, intercettazioni ambientali e telefoniche avevano consentito di disegnare vertici e compiti di una estesa associazione per delinquere finalizzata all’approvvigionamento ed allo spaccio di cocaina, crack, eroina, marijuana ed hashish. Droga comprata tra Villa Literno, Giugliano, Castelvolturno e Napoli e poi piazzata nel capoluogo sannita. Tutto aveva inizio nel 2013 con l’incendio doloso dell’auto di un noto pregiudicato locale; l’episodio ha, così, indirizzato le indagini della Squadra Mobile di Benevento prima e della DDA di Napoli poi, nell´ambito del regolamento di conti per il controllo delle piazze di spaccio di Benevento, tra esponenti della malavita sannita.
Secondo gli inquirenti, il capo dell’associazione, nonostante fosse agli arresti domiciliari, era riuscito ad organizzare una fitta rete di pusher, di volta in volta sostituiti in caso di arresto; l’uomo avrebbe esercitato azioni intimidatorie violente, nei confronti dei rivali o dei suoi stessi “collaboratori” se questi avessero disatteso gli ordini. Analoghi “trattamenti” erano riservati anche ai clienti morosi.
Le perquisizioni scattate all’alba del 20 luglio scorso avevano consentito di accertare che la banda disponeva anche di armi da fuoco, tanto che erano state rinvenute e sequestrate 4 pistole con matricola abrasa con relativo munizionamento ed una mitraglietta. Il capo dell´organizzazione, per sfuggire alla cattura, aveva creato una sorta di angusto bunker. Il giro di droga, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe fruttato somme ingenti, circa 50 mila euro settimanali.