CULTURA
L’artista sannita Michele Spina in mostra alla Tevere art gallery di Roma

Ascolta la lettura dell'articolo
Una nuova forma di comunicazione visiva che nasce geneticamente a Buonalbergo ma che arriva nella capitale e lo vede protagonista nell’esposizione curata da Costanza Sciuto. Laureatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo pittura, il giovane buonalberghese si specializzato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e decide di lavorare e operare lì dove da anni espone le sue creazioni che ironicamente raccontano la sua nascosta ma innata voglia di comunicare perché “l’estetica del nostro tempo è fortemente caratterizzante, – afferma l’artista- da una fusione tra passato patinato e dirompente e un futuro distopico, quasi irriverente.
Un mix componibile che genera esiti differenti, un nuovo codice a disposizione delle menti più curiose”. Sono cinque le opere installative presentate alla Tevere Art Gallery, “testa di cavallo” e “testa di unicorno” opere della serie trofei di caccia dove alla scultura è abbinata la pittura.. binomio che si ripete per “supermarket low-cost”, per la serie “Rainbow skull” e per l’opera ambientale “oche”.
Lana, colori brillanti, ferro e poi ancora pittura. Pittura e scultura che dialogano e creano ombre, disegni filiformi e leggeri, identificativi, che portano l’osservatore a riflettere attraverso immagini familiari. Le strutture in ferro leggere ricoperte da fili di lana colorati in un gioco di luci e ombre ricreano degli ambienti dove lo spettatore può immergersi e perdersi. Lavora molto con il binomio pittura-scultura, a volte toccando temi delicati come la guerra (fucili AK-47 mitra) o le varie simbologie associate alla vita e alla morte (cuori e teschi) , altre volte toccando temi più leggeri come i cartoon (Topolino Paperino la Sirenetta) o descrivendo semplicemente il mondo animale (squali oche topi castori cavalli unicorni).
I colori della lana in alcuni casi descrivono le linee essenziali delle forme ed in altri alleggeriscono discorsi dai toni troppo delicati; il tutto sotto un sottile velo ironico e sarcastico che fa pensare e discutere.
La ricerca di Michele Spina si muove lungo un percorso che mira a svelare i meccanismi dominanti lo star system d’arte, usandola come veicolo di denuncia, ma anche come una proposta per andare oltre la banalità della vita di tutti i giorni, affrontando temi che rimandano ad un immaginario trash proprio del mondo creativo punk e underground.