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Multe e sosta, la lettera: ‘Vi racconto cosa mi è successo. Chi controlla è in grado di farlo?’

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“Scrivo questa lettera in quanto sino ad oggi credevo di essere circondato da istituzioni che ricoprissero il loro ruolo con grande serietà, ma dopo quanto mi è successo in questi giorni, non posso che chiedermi se le persone preposte alla salvaguardia della nostra sicurezza sono all’altezza del ruolo che sono chiamate a svolgere.

Vi spiego quanto successo: “Ero ad Apice per svolgere delle commissioni, alla guida della mia autovettura, quando all’improvviso colto da un malore sono costretto ad effettuare una sosta presso un locale commerciale noto del paese per richiedere soccorso, nell’effettuare la manovra in assoluta sicurezza per le incolumità delle altre componenti della strada, collocavo la mia autovettura in maniera non del tutto parallela, essendo consapevole che il codice della strada mi consentiva questo ma soprattutto perché essendo nei pressi dell’autovettura sarei potuto intervenire immediatamente.

L’altro giorno con grande sorpresa mi vedo recapitare un accertamento di verbale che segnalava la sosta della mia autovettura in maniera difforme, e che io fossi assente per avere una immediata contestazione (COSA NON VERA POICHE’ MI RITROVAVO NEI PRESSI DELL’AUTOMOBILE), subito mi sono reso conto di un palese errore della Polizia municipale, e come detto in apertura essendo io sempre stato fermo sostenitore delle istituzioni mi sono recato presso il Comando della Polizia municipale di Apice per richiedere delle spiegazioni.

E vengo altresì accolto dallo stesso redattore della mia infrazione che subito mi fa vedere le foto effettuate che in realtà dimostrano che lo stesso redattore è sceso a pochi passi dall’esercizio commerciale nel quale mi trovavo, alla richiesta di spiegazioni il pubblico ufficiale mi liquidava dicendomi: “Avevo da fare non potevo perdere tempo a contestare il verbale a lei, se vuole fare ricorso faccia pure non sono affari miei”.

Ho sempre creduto che la rettitudine morale dovesse essere un principio al quale non dovessi mai rinunciare, ed ho sempre ammirato le forze dell’ordine per essere stati da sempre esempi di tale rettitudine, sicuramente non metterò in dubbio quanto di buono fatto da tutte le persone oneste che vestono le divise, ma siamo sicuri, e chiudo rivolgendo questa domanda a chi legge, che chi ci controlla è in grado di farlo?” (Emilio Vesce)

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