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POLITICA

Trivellazioni nel Fortore, le preoccupazioni di Gioventù Nazionale Benevento

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“Tema attuale sul quale si sta discutendo in questi giorni è quello sui progetti presentati dalla società inglese Delta Energy, che è interessata alla presenza di probabili giacimenti di idrocarburi nel Sannio”. Così in una nota Niccolò Profeta e Vincenzo Genito, rispettivamente presidente e componente del circolo “Gioventù Nazionale Benevento città”.

“L’attenzione si pone alta sull’incontro avvenuto recentemente a Napoli con i vari amministratori locali che si sono mostrati tutti sfavorevoli a questa proposta. Chiariamo: al momento lo stesso amministratore delegato della società inglese non parla di progetto per l’estrazione di idrocarburi, ma solo di studi sul sottosuolo per accertare la presenza di giacimenti per poi successivamente discutere di un’eventuale trivellazione.

Il progetto nuovo, rispetto a quello originario, non toccherebbe più 21 comuni, ma soltanto 8, tutti compresi nella zona del Fortore. Quali sono le preoccupazioni o i possibili vantaggi dell’attività in questione?

Un fattore che crea grande preoccupazione è il problema della sismicità indotta poiché, come mostra una ricerca del California State University, ci sono evidenze scientifiche, le quali provano la stretta correlazione tra trivellazioni ed eventi sismici.

Il centro di ricerca statunitense cita una serie di casi eclatanti accertati in tutto il mondo, come ad esempio a Basilea, dove un pozzo petrolifero, a causa dell’attività geotermica, ha scatenato uno sciame sismico di 30 terremoti con un’intensità massima compresa tra 3 e 4 gradi Richter.

Nonostante gli studi condotti dai centri di ricerca non provino con certezza che ad ogni trivellazione segua un terremoto, in un territorio come il Fortore, che è caratterizzato da un’alta sismicità, sarebbe opportuno procedere con grande cautela all’opera di trivellazione.

Ulteriore problema legato all’estrazione petrolifera è quello ambientale, il quale sorge ancor prima dell’estrazione stessa poiché già dalla fase esplorativa, che poi servirà per poter discutere di una eventuale trivellazione, vengono utilizzate circa 700 sostanze chimiche e solventi, cosa dimostrata dal Dr.Susan C.Nagel dell’University of Missouri.

Anche gli scarti dei prodotti petroliferi, che si ottengono a seguito delle trivellazioni, contaminando le falde acquifere, altererebbero l’intera catena alimentare con forte ripercussione anche sulla salute umana.

Un’eventuale estrazione petrolifera, in una zona a forte vocazione agricola come il Fortore, comporterebbe anche una grave perdita per l’economia locale, come è già accaduto in Val d’Agri (Basilicata).

In questa zona, a causa dell’attività estrattiva, molte eccellenze della bioagricoltura sono state costrette ad interrompere le loro attività sia a causa della sottrazione diretta di suoli già destinati a colture di pregio, sia a causa della contaminazione delle falde acquifere.

Sembra, quindi, un paradosso il fatto che nel ventunesimo secolo, alla luce delle recenti innovazioni apportate all’energia rinnovabile, vengano ancora fatti investimenti nell’estrazione petrolifera.

Inoltre, se si va a discutere dei ricavi, c’è da ricordare che gli utili ricavati dall’estrazione petrolifera non andranno ai vari comuni interessati, incrementando l’economia locale, ma saranno della suddetta società.

La nostra speranza è quella di un’intera “Gioventù sannita“, la quale non vuole che il Sannio sia una miniera da sfruttare e deturpare in nome dell’interesse economico di terzi.”

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