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Sanità, Villari: ‘Fatebenefratelli inascoltato. A disposizione angiografo e competenze’

Ntr24 ha incontrato il primario di Cardiologia del nosocomio del Rione Ferrovia: "Il nostro ospedale ha mezzi e macchinari all'avanguardia che possono contribuire a migliorare l'offerta sanitaria in città, ma siamo esclusi dalla rete IMA"

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Dal Piano ospedaliero regionale alla Rete dell’Emergenza Cardiologica, passando per il caso Sant’Agata de’ Goti. La sanità del Sannio è da mesi al centro del dibattito politico e sociale, sia locale che regionale. Una vicenda che al momento sembra ancora essere sospesa al centro di un fuoco incrociato di dichiarazioni che provengono da ogni schieramento: da quelle del Governatore campano, Vincenzo De Luca, delle opposizioni di Palazzo Santa Lucia, fino ai sindaci e cittadini sanniti che chiedono maggiore attenzione per il territorio.

All’interno di questo complesso quadro generale, Ntr24 ha voluto affrontare il tema della cardiologia: una questione che è stata protagonista di un agosto bollente a causa della rottura dell’angiografo in dotazione all’ospedale “Rummo” e che ha reso necessario il trasferimento di diversi pazienti al “Moscati” di Avellino. Nella vicenda si inserisce anche l’ospedale “Fatebenefratelli” – che è dotato di Unità Operativa Complessa di Cardiologia – ma che non è stato coinvolto a pieno nella fase emergenziale dello scorso agosto. Per approfondire la questione abbiamo incontrato il primario di Cardiologia dell’ospedale del Rione Ferrovia, Bruno Villari.

Un’offerta di collaborazione che va di pari passo con la richiesta di un riconoscimento formale delle attività che si svolgono nel nosocomio del Rione Ferrovia. Anche per questo il “Fatebenefratelli” ha inviato una nota ufficiale alla Regione che non ha dato risposte in merito.

Un ragionamento volto ad offrire un servizio ulteriore ai cittadini e che abbraccia anche l’organizzazione del Piano Ospedaliero che non utilizzerebbe a pieno le potenzialità della struttura sanitaria del capoluogo.

All’interno del ragionamento complessivo della vicenda si inseriscono altre due tematiche: la prima relative ai tempi di intervento, fondamentali in caso di infarto, e quella rete IMA. In sostanza, il “Fatbenefratelli” è escluso dal protocollo nonostante abbia un know-how più che adeguato per intervenire. Una vicenda che merita una riflessione, anche a livello regionale, per garantire ai cittadini del Sannio le migliori cure possibili.

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