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SANNIO

Immobile Asl a Telese Terme, Abbamondi attacca Carofano: “Rassegni le dimissioni”

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“La sentenza del Consiglio di Stato sull’immobile che l’ ASL si era impegnata ad acquistare per trasferivi uffici e poliambulatorio mette in evidenza  limiti e contraddizioni della amministrazione in carica e ci induce ad una riflessione. La sentenza certifica che giustizia e legalità non sono affatto una esclusiva di Carofano. Parafrasando un noto detto poteremmo dire ‘chi di legge ferisce di legge perisce’, ricordando la roboante propaganda elettorale fatta sul punto”. Così in una nota il consigliere comunale di opposizione del Comune di Telese Terme, Angela Abbamondi (Telese Riparte).

“Secondo quanto motivato sia dal TAR che dal Consiglio di Stato – scrive Abbamandi – il “mero ripristino della legalità” non è sufficiente per revocare in autotutela un permesso a costruire asseritamente  illegittimo in quanto è necessario, nella valutazione complessiva della vicenda, che vi sia una necessaria comparazione dell’interesse privato con quello pubblico e che quest’ultimo prevalga sul primo. Nel caso di specie, a detta dei giudici, il provvedimento di revoca emesso, anche se insolitamente lungo ed articolato, risultando composto di ben 44 pagine, difetta di una congrua motivazione circa la sussistenza di un interesse pubblico, anche perchè l’immobile, per accordi già sottoscritti e noti all’Ente, avrebbe dovuto ospitare i servizi pubblici dell’ASL.

Esaminando la complessa vicenda – sottolinea il consigliere di minoranza -, i giudici ritengono che mentre il privato non ha fatto nulla per indurre in errore l’Ente, avendo agito come si suol dire “alla luce del sole e senza nessun sotterfugio” l’amministrazione Carofano ha avuto invece un comportamento non lineare e contraddittorio. Quest’ultima, scrivono i giudici amministrativi, ha prima concesso il certificato di agibilità (il 10.05.2011 a firma dell’Ing. Perlingieri fiduciario di Carofano) e dopo neanche due mesi ( il 5.07.2011) ha avviato il procedimento di revoca in autotutela, portandolo a termine ben tre anni dopo ( il 5.05.2014). Ma non solo. Nelle more della conclusione del suddetto procedimento amministrativo di revoca, il Comune proponeva al privato un accordo procedimentale ( su parere scritto del legale dell’Ente che a monte riteneva non esserci i presupposti per la revoca in autotutela). Detto accordo prevedeva il subentro del Comune nel rapporto contrattuale con l’ASL con l’attribuzione al Comune della differenza tra il costo di produzione (spettante al privato a cui doveva essere corrisposto) ed il prezzo di vendita come fissato nel preliminare con l’ASL. A fronte di ciò il Comune avrebbe provveduto al rilascio di un permesso a costruire in deroga.

In altre parole – bacchettano i giudici – per Carofano e la sua amministrazione l’immobile era illegittimo per il privato e diventava legittimo per Ente in virtù del rilascio di una concessione in deroga – attacca Abbamondi -. Sennonchè, come giustamente sottolineato dal collegio nella sentenza, la volontà espressa dall’Ente comunale di sanare le irregolarità urbanistiche della struttura al fine di subentrare nel rapporto contrattuale con ASL ha reso manifesto l’implicito riconoscimento da parte del Comune proprio del notevole interesse pubblico al mantenimento della destinazione dell’area a distretto sanitario e, al contempo, il disinteresse per la originaria destinazione a parcheggio pubblico. Per chi lo avesse dimenticato ricordiamo che il provvedimento comunale di revoca interveniva proprio nei giorni in cui l’ASL stava provvedendo al trasporto degli arredi nella nuova struttura di via Truono e comportava come conseguenza la richiesta di risoluzione da parte dell’ASL del contratto di acquisto dell’immobile ed il trasferimento del poliambulatorio a Cerreto.

Cosa allora avrebbe dovuto fare Carofano se solo avesse avuto a cuore l’interesse della sua comunità? Niente! A nostro avviso – conclude la nota – non avrebbe dovuto fare assolutamente nulla. Avrebbe dovuto rilasciare l’agibilità, come pure inizialmente aveva fatto, dando continuità alla precedente azione amministrativa tenuto conto che i  permessi a costruire erano stati rilasciati più di sette anni prima ed il primo addirittura 15 anni prima ( concessione edilizia n. 74 del 1999). Se così fosse stato non avremmo dovuto subire la perdita del poliambulatorio per anni. Oggi Telese non avrebbe un poliambulatorio ridimensionato ma un distretto sanitario accentrato e funzionale con uffici completamente nuovi a servizio dell’intero comprensorio. La sicurezza economica dell’Ente non sarebbe a rischio esposta com’è ad una prevedibile pesante azione di risarcimento da parte del privato. Danni che saranno inevitabilmente i cittadini a pagare, anche se in caso di danno erariale saranno gli amministratori a dover rispondere”. Carofano mai come questa volta non ha nessun alibi e non gli servirà a nulla dare la colpa a quelli che lo hanno preceduto. In questa vicenda ha fatto tutto da solo mosso da motivazioni esclusivamente politiche per punire vecchi avversari, quando erano ormai già usciti di scena. Per questo motivo anche con manifesto pubblico chiederemo al sindaco di assumersi le sue responsabilità e nella consapevolezza dei suoi limiti e per il bene della comunità gli chiederemo di rassegnare doverose dimissioni”.

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