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Airola, chiude centro di accoglienza. Amarezza del sindaco: “Immigrati portati via di nascosto”

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“Non hanno dato la possibilità al sindaco di salutare questi ragazzi. Li hanno trasferiti questa mattina, di buon ora, senza che nemmeno dessero l’opportunità a me, quale Istituzione, di augurare loro buona fortuna”. E’ un commento amaro quello che viene dal Primo Cittadino di Airola, Michele Napoletano. Questa mattina, come fatto presente dal sindaco, il Centro Damasco cittadino ha chiuso i battenti con gli ospiti che, di conseguenza, sono stati fatti salire a bordo di bus, appositamente giunti con il sostegno delle Forze dell’Ordine, e trasferiti in altra sede.

Il massimo esponente comunale non entra nel merito della scelta quanto delle modalità che sono state adottate. “Così come quando questi ragazzi sono arrivati nel nostro paese, allo stesso modo ora, che sono andati via, il tutto è avvenuto senza forma alcuna di condivisione. Era giunta voce, per via informale, che questa mattina i giovani potevano andare via dal nostro paese. Dai canali ufficiali, però, non è giunta alcuna comunicazione. Il mio pensiero è rivolto a queste persone che si sono inserite benissimo nel nostro ambiente con atteggiamento rispettoso. Si sono fatte volere bene ed Airola ha voluto bene loro. Noi, come Ente comunale, abbiamo fatto di tutto per far si che la loro permanenza non fosse una stasi passiva bensì un momento di piena e vera integrazione. Abbiamo loro dedicato corsi di lingua, di teatro e di musica.

Abbiamo preparato, con due consigli comunali aperti ed attraverso una pubblica affissione, la gente del luogo al loro arrivo e la gente ha compreso. Loro – prosegue Michele Napoletano – hanno ricambiato nei modi questo nostro atteggiamento mostrando rispetto nel quotidiano e vicinanza alla nostra Nazione, come quando, in occasione dell’attentato di Nizza, sono venuti sotto il Municipio per manifestare cordoglio. Ecco, per questo e non solo, ci tenevo fortemente, a titolo personale e della Istituzione che mi onoro di rappresentare, ad esprimere il saluto della Città.

Sono uomo delle Istituzioni e mi adeguo alle scelte ma ritengo che non si agisca in questo modo, in sordina. Sono per l’accoglienza – insiste il sindaco – sono figlio di emigranti. Abbiamo il dovere di accogliere chi fugge dalle guerre e dalla povertà. Ma l’accoglienza non si fa così, non si fa carico e scarico. Serve condivisione”. In doppio appello finale dal sindaco “Ai giovani dico di continuate a guardare avanti, di continuare nel segno della legalità. Alle persone della Valle Caudina ricordo che il problema non è l’immigrazione, ma la mancanza di lavoro. Il problema non è il colore della pelle, siamo tutti uguali”.

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