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POLITICA

Abbate sta con i sindacati: “Correggere parametri del piano di dimensionamento scolastico”

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“Il numero di istituzioni scolastiche autonome da attribuire a ciascuna provincia deve essere determinato attraverso linee guida regionali utilizzando un coefficiente numerico che abbia fattori correttivi che tengano in considerazione le caratteristiche del territorio, il trend demografico, l’adeguatezza della rete viaria e dei trasporti”.

Giulia Abbate, candidata Pd al Senato nel collegio uninominale Benevento-Santa Maria Capua Vetere, ha condiviso il documento dei sindacati della scuola sul dimensionamento della rete scolastica.

“Sposo i timori delle organizzazioni sindacali – ha spiegato Abbate -, non è auspicabile che il nostro territorio continui a subire un dimensionamento che accorpa realtà distanti tra loro anche 30 km perché ciò significa dichiarare l’abbandono del presidio culturale. Il limite numerico di 600 alunni e 400 per gli istituti situati nelle zone montane va rivisto e bilanciato con altre realtà scolastiche in cui il numero degli scolari è maggiore dell’attuale limite imposto dalla legge regionale in applicazione delle direttive impartite dal Ministero. Seguendo questa logica, una scuola situata nel Fortore potrebbe mantenere la dirigenza con 399 alunni iscritti se quell’unità in meno venisse compensata da un’istituzione che ne avesse 1.500. Paramentri uguali non possono essere applicati a realtà campane completamente diverse tra loro”.

“Sarà questo – ha continuato la candidata al Senato – uno dei primi impegni che porterò all’attenzione delle istituzioni competenti in caso di elezione. Un altro proposito sarà di assicurare che ogni singolo istituto venga messo in sicurezza, elemento fondamentale per garantire l’incolumità dei nostri figli e la serenità di noi genitori. La Regione Campania ha già messo sul piatto un investimento da 170 milioni di euro, ma il discorso va ampliato e deve ricomprendere ogni singola realtà del Sud”.

“Infine – ha concluso Giulia Abbate – spero di poter immaginare una scuola in cui vi sia maggiore interazione con il teatro d’impegno civile, in cui vengano sostenute le biblioteche. Una scuola cucita addosso ai bambini e ai ragazzi che la frequentano perché possano trovare in quell’ambiente il giusto clima per coltivare i propri interessi, le proprie aspirazioni e diventare la valida classe dirigente del domani”.

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