POLITICA
Ianaro: “L’olio sannita senza una Dop è uno schiaffo che non possiamo più tollerare”

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“Il nostro bellissimo Sannio ha l’agricoltura nel suo Dna. Ma le classi dirigenti locali non hanno saputo leggere i tempi e valorizzare l’enorme patrimonio di colture e cultura tramandatoci dai nostri avi. Emblematico in tal senso è il caso dell’olivicoltura, fiore all’occhiello per eccellenza, insieme alla filiera enologica, del nostro territorio. Con una estensione prossima ai 14.000 ettari e 24.000 aziende operanti nel settore, la provincia di Benevento è ai vertici in Campania (preceduta solo da Salerno) e tra le prime in assoluto in Italia. Ma incredibilmente, è anche l’unica in regione e tra le pochissime del Paese a non essersi vista riconoscere una Denominazione di Origine Protetta (DOP) per il proprio olio”. Così Angela Ianaro, candidata M5S al Collegio Uninominale Camera Benevento-01.
Il danno che questo determina a migliaia di coltivatori e trasformatori sanniti – spiega Ianaro – è fin troppo evidente: un prodotto di vera eccellenza come l’olio extravergine d’oliva sannita è commercializzato ampiamente sotto il suo reale valore solo perché privo della certificazione di tipicità e qualità che nei fatti merita pienamente. Conosciamo le argomentazioni che sono state addotte in passato dagli attori istituzionali a vario titolo coinvolti per tentare di giustificare una così grave lacuna: difficoltà nell’iter burocratico legate alla disomogeneità delle cultivar.
In realtà, il prevalere di interessi contingenti ha portato a una differenziazione che non ha prodotto risultati, né per il territorio, né per i privati. In realtà, il prevalere di interessi contingenti ha portato a una differenziazione che non ha prodotto risultati, né per il territorio, né per i privati. E così la provincia beneventana è ancora priva di riconoscimenti mentre Salerno ne vanta già da anni ben due (“Cilento” e “Colline Salernitane”), Caserta e Avellino una (rispettivamente le Denominazioni “Terre Aurunche” e “Irpinia – Colline dell’Ufita”), e persino Napoli, la meno vocata alla coltura olivicola, può fregiarsi di una Dop (“Penisola Sorrentina”).
Il sindaco Valentino – prosegue la nota – mi accusa di non essermi impegnata negli anni passati nella lotta per la difesa delle nostre eccellenze agricole, mentre lui si è sempre battuto per la valorizzazione delle stesse. Giudicando dai risultati ottenuti, nella sua solitaria battaglia contro le sciagurate iniziative del suo stesso partito politico, Valentino confessa a me ed a tutti i suoi elettori di essere in fondo un “grillino” anche lui, visto che siamo entrambi uniti dallo stesso desiderio di riscatto dell’agricoltura ovvero del Sannio stesso. Come il suo compagno di partito il governatore della Puglia Emiliano, riconosce la validità delle idee e del programma del Movimento Cinque Stelle.
Sappia però Valentino, che a differenza del PD, io e il Movimento Cinque Stelle, che mi onoro di rappresentare, non cadiamo in contraddizione con le nostre stesse idee come voi uomini e donne liberi del PD. Noi se ci impegniamo e crediamo nei nostri progetti li portiamo avanti ed è il caso della perfetta sintonia tra il nostro programma sull’agricoltura, che la invito a leggere, e “le 5 proposte a costo zero” della Coldiretti, uniti nella tutela delle risorse e del territorio sannita.
Avete perso credibilità e questo ahimè è un dato di fatto. Personalmente e come Movimento Cinque Stelle – conclude Ianaro – spenderemo il massimo impegno per accompagnare in Parlamento e nelle competenti sedi governative i processi autorizzativi che il territorio saprà mettere in campo al fine di dare al Sannio, terra di olivi e di pregiatissimo olio, ciò che gli spetta da tempo”.