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Guardia Sanframondi, ordinanza contro il passaggio di pecore: “Sporcano strade e rovinano colture”

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A Guardia Sanframondi ‘guerra aperta’ alle pecore. Il sindaco Floriano Panza, con un’ordinanza dello scorso 13 febbraio, ha vietato sulle strade comunali il transito e il pascolo di greggi e armenti di ogni genere, se non esercitato in modo conforme alla vigente normativa.
Un provvedimento scaturito dopo le diverse segnalazioni e lamentele da parte di proprietari di fondi agricoli e cittadini per il passaggio degli animali che provocano gravi danni alle colture. Sotto accusa – secondo l’atto del primo cittadino – sono le “invasioni arbitrarie ed incontrollate in aree pubbliche e private”.
“Attualmente – si legge nell’ordinanza – nel territorio del nostro comune spesso transitano e sostano greggi soprattutto di ovini i cui proprietari utilizzano la tecnica del pascolo vagante ovvero non sempre il transito è la diretta conseguenza dello spostamento per recarsi all’interno di appezzamenti di terreno autorizzati siti nel nostro tenimento o in altri comuni di cui godono l’utilizzo.
E’ possibile pascolare – aggiunge – solo sui terreni per i quali si dispone di autorizzazione scritta del proprietario preventivamente consegnata all’Ufficio Comunale competente, terreni che devono essere opportunamente recintati.
Il passaggio incontrollato di greggi – prosegue il documento – provoca danni, tra l’altro, alle coltivazioni e alla cittadinanza per l’ingenerarsi di problemi igienico-sanitari a causa degli escrementi che vengono disseminati sulle strade di transito.
Da qui la decisione del sindaco Panza di “vietare la circolazione e il transito di tutti i greggi e gli armenti lungo le strade ricadenti all’interno del territorio del nostro comune al fine di prevenire qualsiasi problema di carattere igienico sanitario e di imbrattamento e insudiciamento del suolo pubblico con escrementi vari, obbligando i conduttori degli animali a provvedere nell’immediatezza alla pulizia del suolo pubblico oggetto di imbrattamento da parte degli animali stessi, nonché di tutelare le colture nei fondi agricoli, compresi gli orti”.