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Fortore

San Giorgio la Molara, guerra sull’acqua: “Gesesa non stacchi i contatori. Tra i morosi ci sono indigenti”

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E’ guerra aperta a San Giorgio la Molara tra il Comune e la Gesesa, la società che gestisce l’erogazione idrica nel centro fortorino. Con un’ordinanza dello scorso 5 febbraio, infatti, il sindaco Nicola De Vizio ha vietato alla Spa di “procedere, fino a nuova disposizione, al distacco dei contatori e alla sospensione di acqua potabile su tutto il territorio ai nuclei familiari, ivi insediati, assicurando comunque, in ogni caso, ad ogni individuo l’uso di almeno 50 litri pro capite giornalieri”.

Non solo: la Gesesa dovrà provvedere immediatamente “al ripristino della erogazione dell’acqua potabile alle famiglie colpite dal distacco, assicurando loro il minimo quantitativo necessario alla sopravvivenza e al mantenimento delle minime norme di igiene personale e pubblica, oltre alla dignità del proprio nucleo familiare”.

Secondo quanto scrive il primo cittadino nell’atto, tante sono le segnalazioni quotidiane da parte di cittadini-utenti residenti, che lamentano “l’indiscriminata, grave e autoritaria azione posta in essere dalla Gesesa, tesa a procedere al distacco dei contatori idrici e alla sospensione dell’erogazione di acqua potabile anche a famiglie che vivono in uno stato di assoluta indigenza, senza considerare minimamente il motivo della ‘morosità’ tantomeno lo stato socio-economico della famiglia penalizzata”.

L’acqua potabile – si legge nell’ordinanza – è un bene pubblico comune, di primaria necessità, che non può, per alcun motivo, esserne vietato ed impedito l’uso da parte delle persone per il consumo umano e delle esigenze familiari; che non può esserne vietato ed impedito l’uso da parte di allevatori là dove vivono e dimorano animali ove la loro sopravvivenza è collegata in modo imprescindibile dall’assumere acqua potabile; che avere accesso all’acqua potabile è un diritto fondamentale che non deve essere negato da “nessuno”.

In presenza di morosità – conclude il sindaco – la Gesesa ha a disposizione altri istituti giuridici che le consentono di recuperare quanto dagli utenti morosi dovuto, sempre però assicurando loro il servizio di somministrazione, anche razionando l’erogazione dell’acqua al minimo indispensabile per mantenere in vita sia il nucleo familiare quanto eventuali animali facenti parte integrante della propria attività.

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