POLITICA
Cena in Bianco e illuminazione dell’obelisco egizio: Lucio Lonardo stuzzica Mastella

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“Ho letto, con l’attenzione che meritano, le dichiarazioni autocelebrative del Sindaco all’indomani della chiusura di Città Spettacolo dopo la kermesse della Cena in Bianco e colpiscono soprattutto due affermazioni che mi hanno “solleticato” ad alcune considerazioni personali. La prima è che il precedente format di Gregoretti” era talmente di nicchia che i propri figli tredicenni preferivano il letto” alle kermesse culturali cosa che oggi “la meglio gioventù di Benevento” non farebbe preferendo riversarsi nelle strade per manifestazioni nazionalpopolari di minor contenuto culturale probabilmente ma più ai movida. Personalmente se i miei figli, per esempio, dovessero optare per la visione della “Grande Bellezza di Sorrentino” piuttosto che per “la Grande Abbuffata” di Marco Ferreri, ne sarei orgoglioso”. Esordisce così in una nota Lucio Lonardo, ex presidente dell’Asia.
Ciò non toglie nulla – aggiunge – al grande impatto popolare e alle emozioni che può suscitare in taluni la partecipazione all’evento della Cena in Bianco, ideata da Antonella Bentivoglio d’Afflitto, donna della unconventional dinner, che già la organizzò il 5 luglio 2012 nella Piazzetta Reale di Torino: in media oggi se ne organizzano 187 all’anno e il record di partecipanti è dell’anno scorso a Venaria Reale (TO) con 21.000 persone. Come dire, con Totò, “de gustibus non ad libitum sputazzellam”.
L’altra – prosegue nella nota – è che se non si illuminava l’obelisco egizio di Piazzetta Papiniani, essa sarebbe stata famosa per i “cessi” piuttosto che per la presenza dell’importante vestigia storica. Bè qui, clemENEL Mastella, come ormai taluni chiamano il Sindaco per la sua simpatia per le luminarie, ha esagerato perché la cultura del popolo beneventano è tale da riconoscere e apprezzare i propri tesori tanto alla luce del sole che al buio, per cui questa offesa alla Città è totalmente gratuita.
D’altra parte, – conclude Lonardo – l’accostamento dell’obelisco ai vespasiani pubblici non è tanto peregrina atteso che Domiziano, che inaugurò i 2 obelischi egiziani tra l’88 e l’89, era figlio di Vespasiano, cultore di Iside e inventore dei bagni pubblici ( entrambi appartenevano infatti alla dinastia Flavia): come dire fare di necessità (fisiolgica), virtù (amore per la cultura e la religione). E vissero tutti felici e contenti”.