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Fondi Teatro e Cena in bianco, Mancini bacchetta Pasquariello e Mastella

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L’ex lavoratore dei Consorzi, Piero Mancini, bacchetta vicesindaco e sindaco di Benevento sui finanziamenti per il Teatro comunale, Cena in bianco e capacità di governare la città. La sua è una nota stampa dal taglio sarcastico e prende spunto dalle dichiarazioni di Pasquariello.
Di seguito la nota di Mancini:
“Ieri il vicesindaco a rotazione, Giovanni Pasquariello, ha diramato una nota stampa.
In essa due cose emergono con grandissima chiarezza. La prima, il vicesindaco a rotazione ritiene normale scrivere aldilà. La seconda, lui e Mastella hanno vinto le elezioni.
Quindi, i finanziamenti destinati alla ristrutturazione del Teatro Comunale si possono utilizzare come meglio credono i vincitori delle elezioni. Coloro che hanno perso le elezioni o che non vi hanno affatto partecipato, non devono rompere e/o disturbare i manovratori: Mastella, lui e gli amici, perché solo chi ha vinto le elezioni non solo ha diritto di parola ma pure di scriverle come meglio si crede. Chi ha vinto le elezioni detta pure le regole: su misura, pro domo sua, in tutti i campi! Purtroppo a questo siamo arrivati: al delirio di onnipotenza!
Anche la Cena in Bianco, che tante polemiche ha suscitato, rientra pienamente in questo particolare modo di intendere la pubblica amministrazione.
Se dovesse veramente creare un forte danno erariale, come sostiene il segretario comunale in pensione Pompeo Nuzzolo, non sarebbe opportuno sospenderla?
Il prefetto può essere indifferente ad un simile frangente, in un Comune già fortemente dissestato?
Da tempo si percepisce che non è la crescita della comunità amministrata che viene perseguita. Le istituzioni sono diventate utili strumenti da impossessarsi per essere utilizzate e piegate in favore dei desiderata di persone amiche e/o potenti.
Quindi, in balia di forti interessi personali. Sia politici che economici. Come ci dimostra, senza alcun dubbio, anche la scandalosa vicenda Asia-Barretta. Tutto ciò con il favore del silenzio di molti. Anzi di troppi! Ciò, oggettivamente, non depone bene per la nostra dolente comunità. Per il presente e, ancor più, per il futuro.
Vincere le elezioni non significa diventare padroni assoluti del Comune e, come Brenno, esclamare: ”Guai ai vinti”! Perché questo è un modo di fare barbarico. Quindi inaccettabile. Oltre al Comune esistono ancora altre istituzioni con funzioni di controllo. E’ arrivato il momento di porre allo strapotere un qualche argine, anche per non essere moralmente corresponsabili di simili comportamenti non più isolati. Diventati un modus operandi non più sopportabile.
Storicamente, il servilismo verso il potere ha prodotti sempre grandi guai. Se non si inizia immediatamente a cercare di frenare chi mostra una propensione ad imporre più che a governare, si arriverà facilmente ad accettare anche la nomina di un cavallo ad assessore.
Il diritto di critica e la libertà di stampa sono diritti fondamentali. Le regole della buona amministrazione e degli interessi generali dell’intera comunità vengono prima di tutto. Anche di qualche potente in cerca di visibilità assoluta. Da tutti devono essere rispettate.
Anche dal vicesindaco a rotazione che, non essendo nell’aldilà, ma ancora aldiquà, mostra troppo spesso di sentirsi trionfalmente aldisopra.”