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Airola, cani morti per avvelenamento in un rifugio: la denuncia e la rabbia dei volontari

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Si chiamavano Elis, Macchia e Afrodite i tre piccoli randagi trovati morti per avvelenamento in un rifugio di Airola gestito da alcuni volontari. “Abbiamo pensato a una disgrazia come può capitare con tanti cani” – scrive una delle volontarie sulla pagina Facebook “I Love Airola”, a cui ha affidato il racconto della vicenda, l’esternazione dell’angoscia per quanto accaduto e una richiesta d’aiuto a tutti cittadini.

Poi l’amara e agghiacciante scoperta che di morte naturale non si trattasse quando si è sentita male un’altra cagnolina di nome Elektra, che ora combatte tra la vita e la morte in una clinica dove i veterinari hanno ravvisato tutti sintomi da avvelenamento.

Dalle ipotesi alla realtà dei fatti per comprendere la causa delle morti degli altri tre cani avvenute nell’arco di quindici giorni, il passaggio è stato breve e dolorosissimo per i volontari, che ora si chiedono il perché di un gesto così crudele e disumano.

“Una tragedia devastante e dolorosa, morti assurde che nessuno di loro avrebbe meritato o merita. Ora ci sentiamo sconfitte e piene di dolore, ma comunque andremo avanti e lo faremo per loro – scrive Milena sul social network.

Nell’ottica di un riconoscimento sempre più accentuato di una soggettività dell’animale, i cui diritti sono contemplati anche dalla normativa europea, il codice penale e la legislazione italiana del 2004 e del 2010 prevedono pene severe con la reclusione da tre a diciotto mesi e con la multa da 5000 a 30000 euro, aumentate della metà in caso di morte colposa, per il reato di maltrattamento degli animali. Se, invece, la morte è dolosa si configura il reato di uccisione dell’animale.

L’associazione di volontari, che a breve otterrà il riconoscimento Onlus, da anni si occupa del recupero, della cura e dell’ affidamento dei randagi del territorio.

“Abbiamo semplicemente raccolto – si legge da un post su FB di un’altra volontarai, Ornella, –   l’ereditá morale di un ormai anziano signore airolano che girava tutta la giornata in bici stracolma di cibo per i randagi. Oggi noi ovviamente procediamo in modo più organizzato e metodico: recupero, sterilizzazione, profilassi antiparassitaria e vaccinale e infine adozione. Ospitiamo i bimbi pelosi in un terreno di proprieta del famoso vecchino, ma abbiamo più volte ricevuto lamentele perchè i cani abbaiano.

Ora stiamo procedendo all’acquisto di un terreno in aperta campagna per poter tirar su il nostro nuovo rifugio. Da anni evitiamo ulteriori spese al Comune per il soggiorno in canile di altri randagi sterilizzando a nostre spese e procedendo a farli adottare. Tutto ciò senza un minimo aiuto economico di nessuno.”

“ Oggi – scrive ancora Ornella – al danno si aggiunge la beffa: oltre al duro lavoro non riconosciuto e addirittura denigrato da molti, ci ritroviamo a dover raccogliere i corpi senza vita dei nostri amici a 4 zampe.” “ Immaginate – racconta la volontaria – di arrivare al rifugio e di trovare il cagnetto che poche ore prima avevi tenuto in braccio e coccolato e con cui avevi giocato, rigido a terra, con la schiuma alla bocca e gli occhi vitrei. Quattro avvelenamenti in quindici giorni e noi non possiamo far altro che piangere le loro morti avvolti nella disperazione.”

“ Qualcuno – denuncia – non sopportando di sentire i cani abbaiare, li sta ammazzando. E’ mostruoso e disumano.”

E infine un’accorata richesta di aiuto e di solidarietà ai cittadini per la realizzazione del nuovo rifugio: “Abbiamo bisogno di voi. Il nuovo rifugio che presto nascerà ad Airola verrà tirato su grazie solo al nostro sforzo anche per questo abbiamo bisogno di aiuto economico e fisico. Il solo terreno ci viene a costare migliaia di euro a breve inizieremo la costruzione dei recinti e dei box per i quali serviranno tanti soldi che noi non abbiamo. Abbiamo atteso per anni che ci venisse dato in usufrutto un terreno comunale ma non è mai avvenuto.” Intanto è già gara di solidarietà tramite Facebook.

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