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ECONOMIA

Affidabilità commerciale, imprese campane ultime. Sannio dietro Avellino e Salerno

Dall'analisi di CRIBIS, a fine 2016, la percentuale di best partner commerciali campani ha raggiunto il 2,35% del totale, contro una media italiana del 7,60%. Le imprese più affidabili nelle relazioni commerciali sono di grandi dimensioni

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La Campania è la regione italiana con la minor concentrazione di Cribis prime company, ovvero quelle imprese alle quali CRIBIS riconosce il massimo livello di affidabilità dal punto di vista delle relazioni commerciali. Con una percentuale solo del 2,35% – contro un media italiana del 7,60% – la Campania si posiziona in fondo alla classifica delle regioni più virtuose del Paese.

In linea con le performance della Regione hanno fatto solo Calabria (2,90%) e Sicilia (3,58%). Il primato a livello nazionale invece spetta al Trentino Alto Adige con una percentuale del 14,83%. Dati, quelli campani, che mettono in luce le grandi difficoltà economiche che molte imprese devono ancora affrontare per potersi migliorare finanziariamente e proporsi come partner ideali per fare affari. Le imprese campane con il più grande grado di affidabilità sono localizzate ad Avellino, fondate prima del 1951, di grandi dimensioni e operanti nel settore dei servizi finanziari. Decisamente meno sicure commercialmente invece le realtà di piccole dimensioni, localizzate a Caserta e attive nel settore dell’edilizia. E’ questo in sintesi quanto emerge dall’Analisi sulle CRIBIS Prime Company campane realizzata da CRIBIS, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information.

Nello specifico, il totale delle ditte individuali e società attive in Italia sono state classificate da CRIBIS sulla base della probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi al momento della rilevazione, attraverso un modello originale che si basa su numerose variabili quali indici di bilancio, esperienze di pagamento, informazioni pregiudizievoli oltre, ovviamente, a informazioni anagrafiche e sulla forma giuridica, area geografica di appartenenza, dimensione e anzianità aziendale. Se si guarda la passato, rimane inoltre un gap negativo rispetto al 2008, quando la percentuale di CRIBIS prime company campane era del 6,51%.

Entrando nel dettaglio provinciale, Avellino si colloca al primo posto con il 3,07% di imprese eccellenti sul totale delle sue aziende. Seguono nella speciale graduatoria regionale Salerno (2,84%), Benevento (2,68%), Napoli (2,16%) e Caserta (1,87%).

 

A livello settoriale è il comparto dei servizi finanziari a goder di maggior salute e ad avere la maggior percentuale (7,42%) di aziende CRIBIS Prime company sul totale delle aziende che lo compongono. Situazione opposta per quanto riguarda l’edilizia con una quota che precipita al 0,62%.

E’ invece la categoria delle grandi imprese ad avere la maggior incidenza di imprese best partner commerciali con una percentuale del 33,33%. Situazione opposta per le micro imprese con una percentuale che scende al 2%. Le small e le large rispettivamente invece hanno una quota del 7,35% e del 21,38%.

“I dati relativi al nostro Osservatorio CRIBIS Prime Company mostrano la fragilità di molte imprese campane, che si sono dimostrate le meno affidabili del Paese” – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS -. “Anche se la situazione in Regione rimane ancora molto delicata il trend che emerge da questi ultimi anni e dall’anno appena concluso ci fanno però ben sperare, anche perché trovano conferma anche nei dati sui pagamenti, la fotografia più aggiornata e “fresca” dello stato di salute delle aziende, che mostrano una piccola riduzione dei ritardi gravi e un aumento della puntualità nel corso degli ultimi anni.

Questi piccoli miglioramenti non devono però fare abbassare la guardia. Le difficoltà, come dimostrano i dati, sono ancora tante. Rispetto al 2008, prima della crisi, infatti la percentuale dei best partner commerciali è ancora bassa e rimane ancora tanto il lavoro da fare. Quindi che cosa fare? Continuare a investire nella gestione del credito commerciale e sapere individuare i clienti e i partner su cui investire di più, anche da un punto di vista dell’affidabilità finanziaria. In questi anni le aziende che hanno raccolto i risultati migliori e che si sono difese efficacemente da fallimenti, insoluti e ritardi nei pagamenti sono quelle che hanno saputo fare queste due cose, investendo in procedure e strumenti per migliorare la propria gestione del credito e il proprio cash management e sapendo intercettare contemporaneamente le nuove opportunità” – conclude Preti.

Approfondendo l’analisi sulla base dell’anzianità è la classe fondata prima del 1951 ad avere una percentuale (11,90%) maggiore di imprese altamente affidabili sul totale delle aziende che la costituiscono. Decisamente meno sicure negli affari le imprese nate tra il 2011 e il 2016, che vedono una percentuale di affidabilità dello 0,20%.

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