POLITICA
Referendum, Luciani (FI): “Il no è la risposta che dobbiamo a questo Governo”

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“Dopo gli ultimi accadimenti seguiti all’arrivo di Renzi a Benevento, mi sono sentita in dovere di inviare questa nota, in nome e per conto di quell’impegno preso ai tempi della campagna elettorale e forse ancora prima con i miei concittadini. Non possiamo continuare a sopportare questo clima da guerra civile, nella quale non si fanno prigionieri che non siano vittime, nella quale le proprie ragioni devono essere affidate alla violenza verbale e fisica, persa ogni garanzia di essere ascoltati”. Così in una nota Stefania Luciani, esponente di Forza Italia, in una lettera inviata alla stampa.
“Per questo, vorrei invogliare con tali parole gli indecisi e gli ignavi ad andare a votare il 4 dicembre e a votare no – prosegue la nota -. Il no è la risposta che dobbiamo a questo governo, del quale non possiamo più dirci complici ed è un no alla maniera subdola e poco competente con la quale si tentano di fare le riforme. Abolire il Senato con il pretesto del taglio ai costi della politica è a dir poco ridicolo, sono altre le spese da considerare, come chiara è la presa di posizione della riforma costituzionale in favore di un potere sempre più autocratico a danno delle autonomie locali, che comprendono il territorio e lo possono quindi gestire. E noi popolo che ruolo avremo dopo la vittoria del si? Ve lo spiego io: marginale. Saremo voci senza microfono in una ressa da stadio, non ascoltate neanche da chi ci è seduto accanto. Triplicare il numero delle firme per disegni di legge ad iniziativa popolare è chiaramente un modo per privarci di uno strumento contestatorio, un po’ come è accaduto a Benevento: Renzi parla, ma non può essere contraddetto.
Non è insomma la riforma innovativa che vanno descrivendo né è di semplice intendimento come dovrebbe essere una legge costituzionale – conclude Luciani -. La bellezza della nostra costituzione è la sua semplicità, la quale garantisce insieme all’aspetto prettamente legislativo la sua democraticità. Tutto questo si perderebbe nella moltiplicazione dei procedimenti legislativi e nella confusione o conflitto tra competenze statali e regionali previste dal disegno di legge Boschi.
Io però, direttore, voterò no soprattutto perché questa riforma non è legittima. E’ stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale. Ed è il paradosso che a tali presunti nostri governanti noi lasciamo modificare proprio la costituzione”.