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Religione

Commemorazione dei defunti, Accrocca esorta all’umiltà per vincere la morte

L'arcivescovo di Benevento ha celebrato al sua prima messa per i defunti al cimitero cittadino dopo l'insediamento avvenuto a giugno scorso

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“Siamo qui per celebrare la risurrezione del Signore e questo ci dà la speranza della vittoria sulla morte”. Sono le parole introduttive dell’omelia, breve ma intensa, dell’arcivescovo Felice Accrocca, pronunciate in occasione della concelebrazione dei defunti al cimitero di Benevento, alla presenza di numerose autorità militari e civili, tra cui il primo cittadino Clemente Mastella.

Una cerimonia snodatasi attraverso le parole “speranza” e “riconciliazione” e l’invito a vivere nella semplicità e nell’umiltà: esplicativo, in questo senso, già il gesto dell’arcivescovo che si è avvicinato ai fedeli, posizionandosi davanti all’altare centrale, per commentare i passi del Vangelo secondo Giovanni e della lettera di San Paolo Apostolo ai Romani.

E’ la fiducia in Dio che consente di superare la morte terrena e di avere la vita eterna, quel Padre che ha voluto riconciliarsi con gli uomini per mezzo del figlio suo Gesù Cristo, che ha fugato le tenebre della morte e svelato la luce.

“Un atto d’amore verso noi peccatori – ha detto Accrocca – da prendere come esempio in questo tempo della vita che dobbiamo vivere nella pace e nella volontà di Dio”: “perché è solo l’amore verso il prossimo – ha spiegato, parafrasando le parole testamentarie di Paolo VI – che paga e ricompensa ed è in questo amore che andremo ad immergerci dopo la morte se abbiamo fatto onore alla vita cristiana”.

“E’ un percorso in salita ma liberante che ci consente anche di continuare a essere in comunione con i nostri cari defunti”,  ha aggiunto Accrocca, esortando i presenti “a superare l’attrazione effimera dei beni materiali, a vivere una vita semplice, fatta di bene, ispirata al vangelo e diventando così nella quotidianità briciole di santità”.

Citando il poeta Giovanni Papini, Accrocca ha ricordato come sia “prerogativa degli uomini, mortale tra i mortali, come le giumente dei campi, la virtù della speranza che per taluni diventa certezza per la finale vittoria della morte”.

Un monito, dunque, a rafforzare la fede, il solo strumento che “aiuta a guardare alla morte come nostra sorella che spalanca le porte dell’eternità e attribuisce senso alla vita, perché alla fine portiamo con noi solo quello che avremmo donato”.

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