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Ponte Ufita, la rabbia dei cittadini: “Ad un anno dall’alluvione cosa è cambiato?”

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“E’ passato un anno dall’alluvione del 15 ottobre 2015 e per il ponte Ufita non c’è stato nessun tipo di intervento: soltanto lavori urgenti che hanno ulteriormente aggravato il rischio idraulico e idrogeologico del fiume provocando gravi erosioni del letto del corso d’acqua e compromesso la difesa di sponda del lato sinistro”. E’ questa la denuncia fatta attraverso una nota dal movimento cittadino “Ponte Ufita”.
“La deviazione innaturale del fiume al lato sinistro del ponte – aggiunge -, oltre a creare un rischioso dislivello del fiume, spinge le acque sul pilone sinistro aumentando l’effetto erosivo e rischio di cedimento della strada San Vito 163, dove già è evidente un notevole avvallamento la cui gravità meriterebbe di essere affrontata con la massima priorità.
La storia del ponte Ufita – continuano i cittadini – è diventata una storia di progetti tecnici che al momento di diventare esecutivi, si torna sempre dall’inizio, non vogliamo andare al 2003 quando si è costruito un ponte nuovo su dei piloni vecchi, senza nessun intervento di consolidamento degli stessi e nessun ripristino delle briglie. Ma al progetto definitivo pronto a dicembre 2014 (dopo il crollo del pilone centrale accaduto nel 2013), progetto diventato inutile dopo altri danni dovuti all’alluvione del 2015.
E’ da maggio 2016 che le informazioni danno per imminente la gara d’appalto e l’inizio dei lavori del ponte e poi si scopre che si stanno ancora facendo verifiche e indagini (antisismiche e sull’impalcato di acciaio del ponte già esistente) avvalendosi anche di studi tecnici fuori regione. Sembra che neanche questo basti. Forse c’è l’ipotesi di un ponte nuovo? E quanto altro tempo dobbiamo aspettare?
Noi cittadini – conclude la nota – siamo ormai consapevoli che impantana di più la burocrazia che la melma delle piene e fa più disastri della natura quando si scatena.
E’ urgente sbloccare la situazione per impedire ulteriori ritardi e il prolungamento dei gravi disagi alla popolazione e alle aziende commerciali e agricole, che finora non hanno ricevuto la giusta attenzione da parte degli enti istituzionali. Ormai scollegati dai problemi dei cittadini. A noi toccherà un altro inverno di sacrifici, privazioni e danni economici e ogni volta che il cielo si annuvola, restiamo con il fiato sospeso, perché basta anche una piena, non eccezionale, per procurare gravi danni, con conseguenze disastrose”.